Una valanga di emendamenti sarà al vaglio dei deputati in Commissione Bilancio alla Camera. Tutte le forze politiche puntano ad aumentare le borse di specializzazione in medicina e a garantire un’indennità a tutti gli operatori sanitari. Forza Italia lancia il “voucher salute” nelle regioni svantaggiate mentre Italia Viva chiede l’indennità di rischio biologico
Sono giornate cruciali per la Legge di Bilancio all’esame della Commissione Bilancio di Montecitorio. Salvo colpi di scena, sarà la Camera dei deputati a dare forma alla manovra finanziaria che a Palazzo Madama non dovrebbe subire modifiche significative.
Il corposo testo all’esame dei deputati, che consta di 228 articoli, è ora preso d’assalto da una valanga di emendamenti: circa 7mila quelli presentati, quasi tremila dalle sole forze di maggioranza Pd, M5S, Iv e Leu. Solo poche modifiche, però, sono destinate al successo: quali si capirà nei prossimi giorni, quando anche il Tesoro dirà la sua su eventuali impegni onerosi per le casse dello Stato. Ecco di seguito una raccolta delle principali proposte emendative divise per argomento.
Numerosi gli emendamenti che puntano ad incrementare le borse di specializzazione per i medici e alleggerire l’imbuto formativo che blocca tanti camici bianchi. I dem Siani, Carnevali, Rizzo Nervo e Pini puntano ad incrementare le disponibilità vincolate sul Fondo sanitario nazionale di dieci milioni di euro a decorrere dal 2021.
La Lega (prima firma Boldi) e Forza Italia (prima firma Bagnasco) chiedono un aumento di 20 milioni di euro a decorrere dall’anno 2019.
Anche il M5S (prima firma Rosa Menga) propone di aumentare di 10 milioni le disponibilità ma a partire dal 2019. Trizzino (M5S) propone di incrementare l’autorizzazione di spesa di 140 milioni di euro per l’anno 2021 e l’anno 2022, e di 200 milioni di euro per gli anni 2023, 2024, 2025.
Un emendamento dell’intera Commissione Affari Sociali propone di incrementare di 10 milioni di euro a partire dal 2021 le disponibilità vincolate sul Fondo sanitario nazionale per attivare ulteriori borse di formazione per i medici di medicina generale.
La Lega (prima firma Toccalini) propone di destinare 10 milioni di euro per l’istituzione di borse di studio riservate agli orfani del personale sanitario rimasto vittima del Covid-19 nel corso dell’anno 2020, a totale o parziale copertura delle spese sostenute per la frequenza
Un emendamento presentato da Vito De Filippo (Italia Viva), come anticipato da Sanità Informazione, punta a far accedere ai corsi di medicina e chirurgia e odontoiatria e protesi dentaria i candidati che hanno presentato ricorso avverso la mancata ammissione per gli anni accademici 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021 e che hanno impugnato dinanzi agli Organi della Giustizia Amministrativa la mancata ammissione al relativo corso: in base al testo “le università indicate come prima scelta nella relativa domanda di ammissione consentono l’iscrizione anche ad anni successivi al primo, a seguito del riconoscimento dei relativi crediti maturati”.
Da tutte le forze politiche sono giunti emendamenti per sanare la differenza di trattamento tra medici e infermieri da una parte e le altre professioni sanitarie dall’altra che era invece presente nella prima stesura della Legge di Bilancio. Un emendamento Pd a prima firma Elena Carnevali riconosce un’indennità di tutela e promozione della salute, con decorrenza dal 1 gennaio 2021 quale parte del trattamento economico fondamentale, al personale appartenente alle professioni sanitarie, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, di ostetrica e della professione sociosanitaria di assistente sociale nonché degli operatori sociosanitari. Le misure e la disciplina dell’indennità di cui al comma precedente 1 sono definite in sede di contrattazione collettiva nazionale e agli oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni dei commi precedenti, pari a 110 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021 da destinare alla contrattazione collettiva nazionale.
Anche il M5S (prima firma Misiti) propone di introdurre una indennità per gli esercenti le professioni sanitarie nei limiti dell’importo complessivo annuo lordo di 250 milioni di euro.
Sulla stessa strada la Lega (prima firma Boldi) che lascia la definizione alla contrattazione collettiva nazionale “nei limiti dell’importo complessivo annuo lordo di 850 milioni di euro”.
Il deputato Paolo Russo di Forza Italia, come anticipato da Sanità Informazione, punta a inserire uno scudo penale per gli operatori sanitari impegnati al fronte contro il Covid-19: il testo prevede che “per tutta la durata dell’emergenza epidemiologica da COVID-19… la responsabilità penale dei medici, dei soggetti abilitati ai sensi dell’articolo 102 del presente decreto e del personale sanitario che siano a diretto contatto con il virus ovvero con i pazienti affetti dal virus è limitata, per i reati di cui agli articoli 590-sexies e 452 del codice penale, alle ipotesi di colpa grave”.
Diversa invece la formulazione dell’emendamento della Lega (prima firma Garavaglia) che punta a “scudare” le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie, professionali, tecniche amministrative del Servizio sanitario da responsabilità civili salvo alcuni casi particolari (colpa grave, ecc.).
Uno dei problemi più sentiti in questo periodo di emergenza Covid è la difficoltà di reclutare personale sanitario, in primis medici e infermieri. Molte delle proposte emendative puntano, prendendo strade diverse, a porre rimedio a questo problema.
Un emendamento a prima firma Maurizio Lupi prevede un regime fiscale agevolato per il personale medico, paramedico ed infermieristico in quiescenza richiamato in servizio ai fini del contrasto dell’emergenza sanitaria Covid. Stesso regime fiscale agevolato (10%) viene proposto per le gratifiche economiche riconosciute al personale medico e paramedico in servizio la cui corresponsione sia legata all’eccedenza di ore lavorate rispetto a quelle contrattualmente stabilite in ragione della disponibilità ad operare in attività di contrasto all’emergenza sanitaria Covid.
Giorgio Trizzino (medico e deputato M5S) chiede invece che si possa procedere al reclutamento di medici specializzandi “iscritti a qualunque anno di corso delle scuole di specializzazione” fino al perdurare dello stato di emergenza.
Il Pd, con un emendamento a prima firma Luca Rizzo Nervo, punta ad allungare il periodo che permette al Sistema Sanitario di procedere ad assunzioni straordinarie: non più il limite del 31 dicembre 2021 ma “per un periodo massimo di tre anni, anche per il recupero delle prestazioni specialistiche, ambulatoriali e ospedaliere sospese per effetto dell’emergenza sanitaria”. L’emendamento prevede anche lo stanziamento di 1.500.000 euro per remunerare le particolari condizioni di lavoro dei lavoratori somministrati in servizio durante l’emergenza Covid-19 presso le Aziende e gli Enti del SSN.
Il leghista Paolo Tiramani punta a stabilizzare i precari della sanità prevedendo “la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro di figure professionali già assunte a tempo determinato a seguito di una selezione ad evidenza pubblica e comunque inserite in pertinenti graduatorie attive sul territorio nazionale”.
Gli onorevoli Alessandro Zan e Vito De Filippo puntano invece a ritardare su base volontaria il pensionamento dei medici: “È aumentata di due anni – si legge – l’età di collocamento d’ufficio a riposo per raggiunti limiti di età dei medici e dei chirurghi universitari ed ospedalieri in servizio alla data del 15 dicembre 2020 che, alla stessa data esercitano attività clinica presso strutture pubbliche o convenzionate con il servizio sanitario nazionale”.
Silvana Nappi (M5S) chiede che le aziende sanitarie possano ricorrere all’ausilio di medici di continuità assistenziale e della medicina dei servizi, già contrattualizzati con il SSN o con altri enti ad esso collegati, aumentando il monte ore di lavoro fino a 38 ore settimanali e che i medici di continuità assistenziale e della medicina dei servizi possono svolgere l’attività di tracciamento dei contatti Covid, implementare le USCA, effettuare i tamponi, garantire i servizi vaccinali, migliorare i servizi di telemedicina e condurre campagne di prevenzione nell’ambito di strutture scolastiche.
Il M5S, con un emendamento a prima firma Stefania Mammì, propone invece che gli infermieri che già esercitino come dipendenti presso strutture sanitarie pubbliche possano esercitare in regime di libera professione con durata non superiore a sei mesi, per sopperire alla carenza di personale infermieristico.
È il deputato di Forza Italia e presidente FOFI Andrea Mandelli a presentare un emendamento che stabilisce la possibilità di somministrare vaccini nelle farmacie pubbliche e private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale nell’ambito di campagne vaccinali programmate dalle autorità sanitarie nazionali e regionali. Servirà però una specifica abilitazione, definita con decreto del Ministro della salute. Una misura analoga è proposta da Giorgio Trizzino (M5S).
Moltissime le proposte che puntano a potenziare l’assistenza domiciliare, punto debole del SSN in questi mesi di emergenza Covid. Tra le proposte, c’è quella di diversi esponenti del M5S (primo firmatario Massimo Enrico Baroni) che prevede che le Regioni incrementino e indirizzino “le prestazioni anche domiciliari, mediche specialistiche, riabilitative, diagnostiche, terapeutiche, ostetriche, psicologiche e psicoterapeutiche… con l’obiettivo di assicurare le attività di monitoraggio e assistenza connesse all’emergenza epidemiologica, rafforzando i servizi di assistenza domiciliare integrata per i pazienti in isolamento domiciliare o posti in quarantena nonché per i soggetti cronici, disabili, con dipendenze patologiche, non autosufficienti, e in generale per le situazioni di fragilità”. L’emendamento autorizza regioni e le province autonome ad incrementare la spesa per l’assunzione del personale coinvolto nell’erogazione dei LEA.
Anche il Pd (prima firma Carnevali) propone che le regioni possano avviare un “piano straordinario triennale di intervento” per potenziare l’assistenza domiciliare per i malati cronici.
La deputata Anna Bilotti (M5S) punta invece a rafforzare i servizi di assistenza domiciliare integrata con i servizi fisioterapici per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARS-CoV-2 identificati COVID-19, “anche supportando le Unità speciali di continuità assistenziale e i servizi offerti dalle cure primarie”.
È di Forza Italia (primi firmatari Paolo Russo e Mariastella Gelmini) la proposta di istituire in via sperimentale, per gli anni 2021 e 2022, nelle regioni a più alta criticità sociale e con una minore aspettativa di vita, un assegno di importo fino a 600 euro annui ai cittadini residenti nelle medesime regioni con un ISEE non superiore a 15mila euro e fino a 480 euro annui, per i soggetti con un valore ISEE non superiore a 40mila.
La Lega (prima firma Comaroli) propone di applicare una speciale aliquota fiscale al 15% per le retribuzioni della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, derivanti dalla effettuazione di prestazioni aggiuntive richieste dalle aziende sanitarie per l’abbattimento delle liste di attesa. Un emendamento analogo è stato presentato da Forza Italia.
Fabiola Bologna (Popolo Protagonista) propone la creazione di un fondo, denominato “fondo per l’Alzheimer e le demenze”, con una dotazione pari a 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023. Sarebbe destinato al finanziamento delle linee di azione previste dalle regioni in applicazione del Piano nazionale demenze.
Fratelli D’Italia (prima firma Maria Teresa Bellucci) propone di incrementare il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare di 20 milioni di euro per l’anno 2021 e di 50 milioni di euro a partire dall’anno 2022.
Forza Italia (primi firmatari Gelmini e Mandelli) chiede di incrementare il Fondo di Solidarietà per i familiari degli operatori sanitari vittime del Covid di 10 milioni di euro per l’anno 2021.
Italia Viva con Vito De Filippo propone di corrispondere nelle attività lavorative dei dirigenti medici, sanitari, veterinari e delle professioni sanitarie, in cui è presente una esposizione a rischio biologico identificabile nei gruppi 2, 3 e 4 del comma 1 dell’articolo 268 del d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81 una indennità da rischio biologico nella misura prevista di € 4,13, € 5,13 e € 10,26 a secondo dell’appartenenza ad uno dei suddetti gruppi.
Nicola Provenza (M5S) propone che, al fine di salvaguardare i livelli di assistenza anche mediante la telemedicina, le Regioni possano destinare una quota pari allo 0,5% del fondo sanitario all’incentivo all’acquisto, da parte delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, di dispositivi e applicativi informatici che consentano di effettuare refertazione a distanza, consulto tra specialisti e assistenza domiciliare da remoto.
L’ex ministro della Salute Giulia Grillo propone, in caso di emergenze sanitarie nazionali, la concessione di licenze obbligatorie per l’uso non esclusivo di diritti di proprietà intellettuale relativi a medicinali o dispositivi medici da ritenersi essenziali, aventi validità vincolata al perdurare del periodo emergenziale.
Il deputato Massimo Enrico Baroni (M5S) propone l’istituzione di un fondo con una dotazione di 5 milioni di euro da destinare all’erogazione dei bonus di spesa per l’assistenza psicologica.
Iniziativa analoga da parte del leghista Paolo Tiramani che prevede dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021, che ai soggetti fiscali persone fisiche sia riconosciuto un “bonus per i servizi di sostegno psicologico” per il rimborso dei costi sostenuti per l’accesso a servizi professionali di psicologia o psicoterapia. Il bonus è pari al 50 per cento della spesa e, comunque, può essere erogato a ciascun soggetto in misura non superiore a euro 200 mensili.
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