Un ospedale di comunità gestito da infermieri e medici di base attraverso la telemedicina con apparecchi per rilevare anche a domicilio battito del cuore, ossigeno nel sangue e temperatura. Si tratta del progetto ‘Telehomecare’, attivato dal 2015 dall’Asl di Brindisi a Ceglie Messapica per seguire i malati cronici. L’iniziativa è stata inserita nelle buone pratiche […]
Un ospedale di comunità gestito da infermieri e medici di base attraverso la telemedicina con apparecchi per rilevare anche a domicilio battito del cuore, ossigeno nel sangue e temperatura. Si tratta del progetto ‘Telehomecare’, attivato dal 2015 dall’Asl di Brindisi a Ceglie Messapica per seguire i malati cronici.
L’iniziativa è stata inserita nelle buone pratiche selezionate dall’Osservatorio ‘buona sanità’ della Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere (Fiaso) e che ha portato ad una diminuzione dei ricoveri.
La Asl di Brindisi, tramite fondi europei, ha acquistato apparecchi per il monitoraggio del paziente con l’elettrocardiogramma, la rilevazione di ossigeno nel sangue, peso e temperatura corporea. Dati che vengono poi inviati al medico di base, che interviene se ci sono dei parametri fuori norma.
In tre anni sono state così seguite 320 persone, con risultati positivi. Si seguono i malati cronici con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), scompenso cardiaco e diabete. Per molti è stato evitato il ricovero in ospedale. A ciò va aggiunto anche il risparmio economico: il costo effettivo del servizio di telemedicina è infatti di 30 euro al giorno, contro i 300 che si spenderebbero in caso di ricovero in ospedale.