La pdl, presentata da Celeste D’Arrando (M5S), è all’esame della commissione Affari sociali della Camera e punta a contrastare l’isolamento e lo stigma delle persone fragili, specie se affette da disturbi mentali, nonché favorire il loro inserimento socio-lavorativo
In cima all’agenda politica torna il budget di salute: dopo la scadenza dei termini per presentare gli emendamenti, la proposta di legge a prima firma Celeste D’Arrando (M5S) torna all’esame della commissione Affari sociali e nelle prossime settimane potrebbe avere un primo via libera.
Il Budget di salute si configura come un prezioso strumento di integrazione sociosanitaria finalizzato a contrastare e a prevenire la cronicizzazione istituzionale o familiare, l’isolamento e lo stigma delle persone fragili, specie se affette da disturbi mentali, nonché favorire il loro inserimento socio-lavorativo.
La proposta si intreccia con la riforma dell’assistenza sanitaria territoriale: prevede una stretta integrazione sociosanitaria per mettere insieme quelle risorse economiche, professionali e umane necessarie per innescare un processo volto a restituire centralità alla persona, attraverso un progetto individuale globale.
In base al testo all’esame della commissione Affari sociali, i progetti terapeutici riabilitativi individualizzati, da finanziare attraverso il metodo del budget di salute, riguarderanno l’area materno-infantile, gli anziani, i portatori di handicap, chi soffre di patologie psichiatriche e dipendenze da droga, alcool e farmaci, patologie per infezioni da HIV e patologie in fase terminale, inabilità o disabilità conseguenti a patologie cronico-degenerative. Negli ambiti territoriali, individuati dalle regioni e dai comuni, l’azienda sanitaria locale dovrà provvedere a riqualificare e a riconvertire almeno il 10 per cento delle risorse destinate al finanziamento dei LEA socio-sanitari in progetti terapeutici riabilitativi individualizzati, da finanziare attraverso il metodo del budget di salute.
Viene infine prevista l’istituzione di un Osservatorio che provveda a monitorare l’introduzione sperimentale del metodo del budget di salute per la realizzazione dei progetti terapeutici riabilitativi individualizzati e a verificare i risultati conseguiti sulla base di rilevazioni periodiche semestrali e della documentazione trasmessa dagli uffici socio-sanitari distrettuali.
Già nel Decreto Rilancio del 2020 vi era stato l’avvio di alcune sperimentazioni in strutture di prossimità ispirate al principio della piena integrazione sociosanitaria per la promozione e la prevenzione della salute, nonché per la presa in carico e la riabilitazione delle categorie più fragili, in cui vengano coinvolte tutte le istituzioni presenti sul territorio unitamente al volontariato locale ed a enti del terzo settore no profit e a progetti (proposti dalle strutture di prossimità) con modalità di intervento che riducano le logiche di istituzionalizzazione, favoriscano la domiciliarità e consentano la valutazione dei risultati ottenuti anche attraverso il ricorso a strumenti innovativi quali il budget di salute individuale e di continuità.
Nonostante non esistano indicazioni uniformi a carattere nazionale, diverse regioni hanno adottato atti normativi che riguardano il budget di salute. In base a un dossier messo a punto dalla Camera dei deputati, 14 regioni su 19 hanno attivato progetti o esperienze che adottano questo strumento e sono stati 5.477 i beneficiari in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Campania e Lazio tra il 2019 e il 2020. Diversi gli ambiti in cui è stato sperimentato: persone in carico ai servizi psichiatrici territoriali o con fragilità socio-sanitaria, persone disabili, con autismo, dipendenze patologiche, migranti.
Il Budget di Salute è stato inoltre sperimentato in ambiti diversi grazie al progetto “Soggetto, persona, cittadino: promuovere il benessere e l’inclusione sociale delle persone con disturbi mentali attraverso il budget di salute” attuato dalla Regione Emilia Romagna, con risorse pari a 140 mila euro. In Emilia-Romagna in particolare si è costituito un programma regionale per la promozione delle linee regionali di indirizzo con il coordinamento dell͛’AUSL di Parma e rappresentanti di Aziende sanitarie, Comuni, Consulta salute mentale.
Proprio in Emilia-Romagna dal 2016 è attivo un tavolo regionale che accompagna il percorso di attivazione e implementazione delle Linee regionali dell’innovativo modello terapeutico. Nell’ambito del tavolo è stato inoltre realizzato il primo programma formativo regionale e sono stati predisposti gli indirizzi per la valutazione dei progetti legati a ‘Budget salute’, modello peraltro adottato nei Dipartimenti di salute mentale-Dipendenze patologiche delle Aziende sanitarie.
In questa regione è stato istituito un Fondo per l’autonomia possibile e per l’assistenza a lungo termine, rivolto al finanziamento di prestazioni e interventi diretti al sostegno della domiciliarità di soggetti non autosufficienti. Nel Fondo confluiscono risorse regionali e nazionali, nonché risorse provenienti dalla fiscalità generale ed eventuali risorse di altri soggetti pubblici e privati. Alla ripartizione tra gli enti gestori del Servizio sociale dei Comuni si provvede secondo criteri stabiliti con regolamento regionale, tenendo conto dei dati demografici e dei fabbisogni espressi dal territorio;
Nel Lazio la legge regionale n. 11 del 2016 che impegna la Regione adotta una metodologia di integrazione sociosanitaria basata su progetti personalizzati sostenuti da Budget di Salute, costituiti dall’insieme di risorse economiche, professionali e umane necessarie a promuovere contesti relazionali, familiari e sociali idonei a favorire una migliore inclusione sociale del soggetto assistito garantendo comunque le prestazioni socio-sanitarie essenziali.
Iniziative analoghe anche in Toscana, Sicilia, Lombardia e Campania.
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