Il senatore dell’Unione di Centro sottolinea: «È impensabile programmare di formare 10 laureati in Medicina e poi finanziare le borse di specializzazione solo per 5 di loro. Si crea un imbuto formativo che sta strozzando il nostro sistema»
«Mentre la politica si divide su tutto, il tema della salute dei nostri cittadini ha un valore che non ha appartenenze di colore politico e su cui non ha senso, a mio avviso, alzare dei muri. Le preoccupazioni espresse dall’Ordine dei medici non possono cadere nel vuoto. Questo Governo, quando si è insediato, ormai più di 1 anno fa, aveva promesso che avrebbe affrontato il problema della carenza dei medici che riguarda tutta Italia. Ad oggi, in quanto a fatti concreti, però, siamo a zero». Lo afferma il senatore UDC Antonio De Poli.
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«Basta con le misure emergenziali – continua De Poli – Servono soluzioni strutturali, ovvero una seria riforma del sistema della formazione dei medici che oggi è diventato anacronistico perché è impensabile programmare di formare 10 laureati in Medicina e poi finanziare le borse di specializzazione solo per 5 di loro. Si crea un imbuto formativo che sta strozzando il nostro sistema. Bisogna aumentare le borse di specializzazione e rimuovere così quell’imbuto che impedisce oggi a circa 12mila medici di specializzarsi. Dobbiamo investire sulla sanità pubblica, aumentando i salari di chi ci lavora. In Germania lo stipendio di uno specializzando è quasi il doppio di quello italiano. E l’Italia cosa fa? – si chiede De Poli -. Il Governo deve dare un segnale forte. La salute è un bene che appartiene a tutti», conclude il parlamentare Udc.