Sanità 19 Giugno 2018 12:25

Catania, Ospedale Gravina: ottimi risultati per la Stroke Unit di Neurologia

Si consolida l’attività della Stroke Unit di I livello dell’UOC di Neurologia dell’Ospedale “Gravina”. A tre mesi dall’avvio del servizio sono state effettuate 12 trombolisi.

«Abbiamo incoraggiato i nostri operatori a declinare in maniera innovativa ed integrata le loro competenze professionali e le loro pratiche di organizzazione – afferma il dottor Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Asp di Catania -. Questo sforzo si è tradotto in risultati molto importanti per i cittadini serviti dagli Ospedali di Caltagirone e Militello. Siamo molto soddisfatti per gli obiettivi raggiunti che rappresentano una concreta e convincente premessa per la crescita del servizio e il miglioramento continuo dei processi».

L’attività delle Stroke Unit in provincia di Catania, organizzate secondo il modello di rete tempo dipendente, è una realtà rilevante a livello nazionale, sia in termini di integrazione professionale all’interno di un processo di gestione delle patologie per intensità di cure, tanto voluto dall’assessore regionale alla Salute – avvocato.Ruggero Razza – che è pure la base per la programmazione della nuova rete ospedaliera; sia in termini di erogazione tempestiva di prestazioni complesse in grado di modificare in maniera significativa gli esiti dell’assistenza per una patologia grave e frequente come l’ictus.

«I risultati ottenuti dalla terapia trombolitica – afferma il dottor Franz La Greca, direttore dell’UOC di Neurologia – hanno consentito di apprezzare, nel breve volgere di alcuni mesi, un miglioramento significativo dell’assistenza intraospedaliera per l’ictus che va certamente ascritto agli sforzi congiunti e sinergici delle Unità Operative dell’Ospedale “Gravina” coinvolte nella gestione del paziente che, nella fase ospedaliera, prevede l’intervento, insieme alla Neurologia, del Pronto Soccorso e della Radiologia».

Le procedure e il percorso assistenziale attivati con la Stroke Unit non solo esprimono una migliore cultura della salute, ma valorizzano, anche, la rete di emergenza territoriale che parte dal domicilio del paziente (fase pre-ospedaliera) e che coinvolge i familiari, i medici di medicina generale e il personale del 118.

L’attento lavoro da parte dei sanitari coinvolti nella gestione del paziente con i sintomi incipienti di disturbo cerebrovascolare ha permesso in molti casi di poter attuare con tempestività la relativa procedura diagnostico-terapeutica.

È giusto ricordare che il protocollo d’intervento della Stroke Unit prevede una prima fase per individuare – attraverso esami neuroradiologici – l’area cerebrale coinvolta dalla sofferenza ischemica; e una seconda fase per attivare il percorso terapeutico specifico – la trombolisi – con l’obiettivo di ridurre la mortalità e l’invalidità causate dalla malattia.

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