«La selezione a Medicina è paragonabile a quella che si può avere in Italia, anche più severa. Quest’anno si sono iscritti a fare l’esame circa un migliaio di persone e i posti a disposizione erano 50», spiega Giardina. È l’unica università straniera che rilascia titoli congiunti, ossia validi sia in Albania che in Italia, senza seguire ulteriori iter burocratici
C’è uno spicchio d’Italia al di là dell’Adriatico dove tanti studenti, anche di Medicina, decidono di approdare per prendere la laurea. È l’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” di Tirana, in Albania, l’unica università straniera che rilascia titoli congiunti, ossia validi sia in Albania che in Italia, senza seguire ulteriori iter burocratici.
«Nella nostra università ci sono cattolici, ortodossi e musulmani: si convive in pace e si può attuare un intenso e importante scambio culturale», sottolinea il Rettore Bruno Giardina, biochimico ed ex Direttore del Dipartimento di Diagnostica e Medicina di laboratorio del Policlinico Gemelli di Roma.
Tanti italiani sono attirati dal paese delle Aquile che negli ultimi anni sta vivendo una stagione particolarmente positiva. Per gli studenti di Medicina la Cattolica di Tirana rappresenta una ulteriore possibilità per passare lo sbarramento dei test di accesso, anche se la selezione a Tirana non è affatto scontata: «La selezione – spiega Giardina – è paragonabile a quella che si può avere in Italia, anche più severa. Quest’anno si sono iscritti a fare l’esame circa un migliaio di persone e i posti a disposizione erano 50».
L’ateneo è l’unico straniero dove si insegna in italiano. La Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica collabora con l’Università Tor Vergata di Roma con la quale condivide gran parte dei docenti e lo stesso piano di studi.
Rettore, anche in Albania c’è il test di ingresso a Medicina?
«Certo. I numeri ce li dettano anche gli albanesi. Non è che possiamo inserire studenti senza limiti. Per quanto riguarda gli italiani, il numero viene stabilito dal Miur e dall’Università di Tor Vergata».
Sono tanti gli italiani che vengono da voi?
«Tanti italiani vengono qui, è una possibilità in più in aggiunta ai test delle università statali e delle università private. La selezione è paragonabile a quella che si può avere in Italia, anche più severa. Quest’anno si sono iscritti a fare l’esame circa un migliaio di persone e i posti a disposizione erano 50».
Nella sua università ci sono studenti di diverse fedi religiose…
«Sì, ci sono studenti cattolici, ortodossi e musulmano. È una cosa molto bella, è un campus dove si può attuare uno scambio culturale importante da tutti i punti di vista. È bello che non ci sia una palese ostilità di uno verso l’altro.
I docenti sono italiani?
«I docenti a Medicina sono al 95% italiani. È l’unica università straniera insegnata in italiano. È importante perché rappresenta un esempio di italianità che viene preso a modello dagli albanesi che ci amano molto: dovremmo cercare di coltivare questo rapporto».