Commissariata dal luglio 2008, la sanità del Lazio tornerà ad una “gestione ordinaria” dal 31 dicembre 2018. L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato: «Ecco le tre strategie per evitare di commettere gli stessi errori: trasparenza, centralizzazione degli acquisti e prevenzione degli illeciti»
Per la Regione Lazio è cominciato il conto alla rovescia: ancora pochi giorni e potrà scrivere la parola fine in fondo all’ultima pagina del commissariamento della Sanità, un capitolo lungo 10 anni. Un traguardo che Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, ha definito “un vero successo”: «Finalmente, dopo un’esperienza molto lunga e complicata di commissariamento – ha sottolineato D’Amato – oggi possiamo dire di avere una spesa sotto controllo e di aver migliorato i livelli essenziali di assistenza».
La Sanità del Lazio è stata commissariata nel luglio del 2008 e soltanto il 1 dicembre di 9 anni dopo il Consiglio dei ministri ne ha decretato il termine, fissando il 31 dicembre 2018 come data di ripresa della “gestione ordinaria”.
Ora, il primo obiettivo per l’attuale amministrazione è quella di impedire che vengano commessi gli stessi errori. E per farlo ha già messo a punto importanti strategie. «La prima azione – ha detto D’Amato – è la trasparenza: più trasparenza c’è, più diminuiranno i livelli di corruzione in Sanità. La seconda è quella della centralizzazione degli acquisti che, negli ultimi tre anni, ha permesso di risparmiare circa un miliardo e mezzo di euro sulla spesa sanitaria. Terza iniziativa del nostro governo è il protocollo di intesa siglato con la guardia di finanza, per prevenire eventuali situazioni irregolari o addirittura illecite».
Per continuare a remare nella stessa direzione, secondo l’assessore alla Sanità del Lazio è necessario «implementare l’utilizzo delle grandi tecnologie, perché – ha sottolineato D’Amato – i flussi informatici hanno la potenzialità di migliorare i controlli e di diminuire qualsiasi elemento di incertezza». Pur consapevole del duro lavoro fatto, affinché la sanità laziale uscisse dal commissariamento e dell’impegno tuttora necessario per mantenere e migliorare i risultati raggiunti, l’assessore D’Amato precisa: «L’equazione sanità uguale corruzione non mi convince molto. Non dimentichiamo – ha concluso – che il Servizio Sanitario Nazionale è la più grande infrastruttura di questo Paese e che, come tale, genera benessere, ricchezza e occupazione».