Sanità 7 Gennaio 2019 16:05

Consiglio Superiore Sanità, bufera su presunta ‘schedatura’ membri. Grillo: «Nessun dossier, solo raccolta di informazioni». Ma Pd chiede dimissioni

Nel documento, poi pubblicato dallo stesso Ministro, ci sono i membri del CSS e le loro eventuali esperienze politiche. La difesa: «Assurdo accusare di epurazione e fascismo, di allarme per la democrazia un ministro che legittimamente si informa sul profilo pubblico di membri di una commissione». Fuoco di fila delle opposizioni: i democratici valutano la mozione di sfiducia. Il farmacologo Garattini: «Giusto scegliere componenti ma serviva un modo più elegante»

«Nessun allarme per la democrazia, ho agito e agirò sempre per i cittadini in trasparenza per valorizzare il merito nelle nomine e non le appartenenze politiche». Il Ministro della Salute Giulia Grillo si difende dalle accuse che arrivano da tutte le opposizioni dopo la notizia pubblicata sul quotidiano Repubblica secondo cui l’allontanamento dei 30 membri del Consiglio superiore di Sanità sarebbe stata preceduta da un’inchiesta ordinata dal ministro Giulia Grillo sui precedenti politici dei suoi componenti. «Un’istruttoria – sottolinea il quotidiano di Largo Fochetti – non sulle qualità professionali, difficilmente discutibili, ma sui trascorsi di partito dei nominati e dei loro parenti».

PD VALUTA SFIDUCIA

Da qui il fuoco di fila delle opposizioni, in primis il Pd, che sta valutando se presentare o meno una mozione di sfiducia individuale alla titolare della Salute. Tra i critici molti esponenti democratici, tra cui l’ex premier Paolo Gentiloni. E dal Pd è partita un’interrogazione firmata da 35 senatori democratici in cui si chiede alla Grillo se «gli esiti dell’indagine sul Consiglio Superiore della Sanità abbiano influenzato la scelta di rimuovere i suoi componenti due anni prima della naturale scadenza» e se «la richiesta indagare i precedenti politici dei componenti dell’organismo non è incompatibile con il ruolo del Ministro, in un settore così delicato e complesso come quello della Sanità pubblica».

GRILLO NON CI STA E PUBBLICA DOCUMENTO ORIGINALE

Alle accuse del Pd ribatte il Ministro con un lungo post su Facebook in cui mostra il documento originale: «Non è stato sollecitato da me prima di decidere la revoca delle nomine dei membri non di diritto del Css, ma costituisce un appunto del tutto informale che ho chiesto in chat ai miei colleghi parlamentari dopo aver sciolto la commissione». La richiesta infatti sarebbe arrivata direttamente alla Capogruppo Affari Sociali alla Camera del Movimento Cinque Stelle Celeste D’Arrando.

«Non ho mai avviato dossieraggi (e mai lo farò), figuriamoci via chat! – continua il Ministro – Il Movimento Cinque Stelle è per la trasparenza, per cui mi interessava semplicemente capire in vista di nuove nomine, qualche nota di rilievo pubblica di cui non ero a conoscenza. Ho dichiarato che alcuni ex componenti avrebbero potuto essere rinominati, mi interessava avere qualche informazione. Sottolineo che dal testo non vi sono demeriti: nessuno è così folle da pensare che aver operato un ex presidente del Consiglio possa costituire una nota negativa o che avere una moglie che ha collaborato con un esponente politico dell’opposizione possa costituire un vulnus». E poi ancora: «Accusare di epurazione e fascismo, di “allarme per la democrazia”, un ministro che legittimamente si informa sul profilo pubblico di membri di una commissione è semplicemente assurdo e fuori dalla realtà dei fatti che vi presento per quello che sono».

M5S DIFENDE MINISTRO

Fa quadrato attorno al Ministro il Movimento Cinque Stelle. «Ancora una volta l’obiettivo è screditare questo Governo, accusandolo di mettere bavagli alla scienza, ma quali sarebbero le basi di tali accuse? Un documento reso disponibile online dalla stessa Grillo e un atto, quello della revoca dei membri del Css, che non ha niente di eccezionale e che rientra nelle competenze del ministro. I nostri detrattori non riescono proprio ad avvertire il senso del ridicolo di ciò che dicono: segno, evidentemente, che la trasparenza e il cambiamento danno troppo fastidio», sottolineano i deputati del Movimento Cinque Stelle in Commissione Affari Sociali che aggiungono: «A leggere certe dichiarazioni delle opposizioni sul nostro ministro Giulia Grillo sembrerebbe di essere a un passo dall’instaurazione di un sistema orwelliano. ‘Dossieraggi fascisti’? ‘Slittamento verso un regime totalitario’? Ma si rendono conto della gravità di queste affermazioni? Il ministro della Salute non ha fatto altro che chiedere qualche informazione di rilievo pubblico sui membri non di diritto del Consiglio superiore di sanità, dopo aver revocato le loro nomine. Questo perché, come già aveva avuto modo di dire il ministro, alcuni dei componenti potevano essere rinominati». Anche la Presidente della Commissione Affari Sociali Marialucia Lorefice parla di «normali richieste di informazioni».

PARERI AUTOREVOLI

A sostegno della scelta del Ministro si schiera, se pur con qualche distinguo, il farmacologo Silvio Garattini, anche lui tra i membri del Consiglio Superiore di Sanità mandati via: «La scelta di nuovi membri del Consiglio superiore di Sanità è una prerogativa del ministro. È giusto scegliere le persone con cui collaborare. Ci sono però modi più eleganti per dire a qualcuno che non serve più. Io sono stato molti anni e un cambiamento – ha concluso – non mi dispiace che ci sia».

«È da ingenui pensare che informazioni come quelle di questo dossier non siano state da sempre acquisite dal mondo della politica. È invece inaccettabile e intollerabile quando per acquisire queste informazioni vengono utilizzate strutture o cariche pubbliche» sostiene Francesco D’Agostino, presidente emerito del Comitato nazionale di bioetica.

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