Il primo Disconnect Day d’Italia,che si è svolto a Corinaldo è stato un grande successo e getta le basi verso un uso più consapevole della tecnologia. «Non riusciamo a resistere più di 10 minuti senza guardare il cellulare e lo maneggiamo circa 150 volte al giorno», ha dichiarato Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta e Presidente […]
Il primo Disconnect Day d’Italia,che si è svolto a Corinaldo è stato un grande successo e getta le basi verso un uso più consapevole della tecnologia. «Non riusciamo a resistere più di 10 minuti senza guardare il cellulare e lo maneggiamo circa 150 volte al giorno», ha dichiarato Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. che, insieme all’amministrazione comunale, ha realizzato il primo esperimento sociale sull’importanza della consapevolezza digitale.
In molti hanno accettato la sfida abbandonando il proprio smartphone per un giorno per dedicarsi ad attività e laboratori pensati ad hoc dagli esperti psicologi, psicoterapeuti ed educatori dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze Tecnologiche, GAP e Cyberbullismo) per adulti e bambini. Sono state 1181 le persone che hanno raggiunto gli infopoint sparsi per la città, pronti a spegnere il proprio smartphone per lasciare il posto all’empatia e alle emozioni. Proprio a loro, alla fine della giornata è stato chiesto, attraverso un questionario, di raccontarci come hanno vissuto questa giornata di disconnessione. Di questi, circa il 75% ha deciso di mettersi alla prova, 885 sono stati i telefonini sigillati nelle varie buste. Un 5% però, a causa di una sorte di sindrome di astinenza, non è riuscito a separarsi dal proprio smartphone, e ha sentito l’esigenza di riaverlo prima della fine della giornata. Una sfida non semplice, soprattutto per le nuove generazioni che si può dire abbiano imparato prima a digitare i tasti che a scrivere.
Lascia ben sperare la restante parte dei partecipanti. Cioè gli 841 che sono riusciti a resistere e a disconnettersi per un giorno. Una piacevole scoperta in primis per loro che non si aspettavano di poter “sopravvivere” senza il proprio strumento digitale. Un’intera giornata da dedicare solo a se stessi e a chi ci sta intorno. Le ore che solitamente vengono trascorse in rete sono state trasformate in “tempo per se stessi”. Ben il 60% ha dichiarato di aver riscoperto il piacere di dialogare con gli altri e il 20% si è accorto di non aver mai realmente apprezzato il paesaggio che li circonda, a causa della testa sempre bassa per guardare il telefono. «I dati confermano quello che pensavano. Ben 504 persone hanno dichiarato di aver riscoperto la convivialità e 168 i dettagli dei luoghi visitati. Ma perché hanno resistito? Perché abbiamo proposto loro delle attività, delle alternative. Sono proprio questi input “sani” a farci godere il momento che stiamo vivendo e a stimolare le nostre emozioni, aumentando anche la voglia, il desiderio di stare con gli altri», commenta Lavenia.
Non solo persone comuni, ma anche personaggi famosi hanno scelto di partecipare a questo evento, come l’attore Paolo Ruffini e il regista del film Sconnessi Christian Marazziti. Vecchie e nuove generazioni insieme verso una maggiore consapevolezza digitale.
«Il Disconnect Day non vuole in alcun modo demonizzare la tecnologia, bensì lavorare sulla consapevolezza digitale e sul fatto che questa tecnologia coinvolge tutti, grandi e bambini. Il Disconnect Day deve essere un momento di crescita anche culturale rispetto all’utilizzo della tecnologia. E fornirci gli strumenti adatti per gestire al meglio ciò che la tecnologia ci mette a disposizione», conclude Giuseppe Lavenia.