Il direttore generale dell’OMS Ghebreyesus: «L’epidemia è un test di solidarietà politica, finanziaria e scientifica. Dobbiamo lavorare insieme per sconfiggere un nemico comune che non rispetta i confini nazionali»
Sono oltre 60mila i casi di Coronavirus nel mondo. Un numero aumentato notevolmente nelle ultime 24 ore, che ha portato Roberto Burioni a twittare «Non ci capisco più niente». Pare infatti che le autorità sanitarie di Hubei abbiano cambiato il sistema di classificazione della diagnosi, facendo rientrare tra i contagiati, come richiesto dall’OMS, anche i pazienti asintomatici.
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Intanto si è concluso a Ginevra il forum internazionale sul coronavirus organizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha riunito oltre 300 scienziati e ricercatori di tutto il mondo. Obiettivi: valutare le attuali conoscenze sulla malattia Covid-19, identificare lacune ed accelerare e finanziare la ricerca necessaria per fermare l’attuale epidemia ed eventualmente prevenirne altre.
I ricercatori hanno quindi approfondito la storia del virus, dalla sua origine alla sua trasmissione, hanno parlato della diagnosi, degli studi epidemiologici, della caratterizzazione clinica e la gestione della malattia, della prevenzione dell’infezione, soprattutto per tutelare gli operatori sanitari. Hanno discusso della ricerca e dello sviluppo di possibili terapie e vaccini, senza dimenticare le considerazioni etiche legate alla ricerca e la necessità di integrare le scienze sociali nella risposta all’epidemia.
Le decisioni prese saranno la base da cui partire per un piano di azione che regolamenterà la ricerca in questo campo nelle prossime settimane. Un accento particolare è stato posto sulla necessità di un accesso equo ai dati e ai risultati degli studi in tutto il mondo, anche e soprattutto nelle aree più povere, dove le difficoltà ad affrontare un eventuale nuovo focolaio di casi sarebbero maggiori.
«Questa epidemia è un test di solidarietà politica, finanziaria e scientifica – ha commentato il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus -. Dobbiamo lavorare insieme per sconfiggere un nemico comune che non rispetta i confini nazionali. Dobbiamo assicurarci di avere le risorse necessarie per fermare questa epidemia e sfruttare al meglio le nostre conoscenze scientifiche per trovare una risposta condivisa ad un problema comune».
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