Riunione straordinaria del Consiglio regionale del Lazio alla Pisana. L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha fatto il punto della situazione: «Lo Spallanzani sarà un ‘Covid-Hospital’ e saranno raddoppiati i posti letto». Poi lancia l’allarme: «Donazioni di sangue stanno rallentando»
«La situazione è sotto controllo ma ci stiamo preparando a ogni scenario». Le parole dell’assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato risuonano nell’Aula del Consiglio regionale pochi minuti dopo la notizia di un nuovo caso nel Lazio, una donna risultata positiva al Covid-19 al Campus Biomedico di Roma e ora ricoverata allo Spallanzani.
L’incubo coronavirus, in realtà, nel Lazio è cominciato prima che nel resto d’Italia, con la coppia di Wuhan ricoverata allo Spallanzani ben 34 giorni fa. Oggi la Regione non è tra le più colpite, con 27 casi accertati «quasi tutti collegati con l’area lombarda», ha ricordato D’Amato, che ha aggiunto: «La prossima settimana sarà una settimana importante per capire se le iniziative messe in campo avranno successo – sottolinea -. Altre città entreranno nella zona rossa, alcune delle quali hanno dei link con casi segnalati nella nostra regione, mi riferisco ad Alzano lombardo. L’obiettivo è ridurre i contagi nel nostro Paese».
Lo spettro che aleggia all’orizzonte è l’arrivo dell’emergenza nel Lazio, e nello specifico a Roma, un evento che sarebbe difficile da fronteggiare. D’Amato ha elencato tutte le misure per uno scenario che sembra quasi quello di una guerra: «Lo Spallanzani diventerà un ‘Covid-Hospital’ e tutti i casi saranno portati nella struttura – ha annunciato l’assessore alla Salute -. È stato fatto un coordinamento con tutti i prefetti. Sono state indicate delle linee guida sulla gestione dei percorsi, sia per l’emergenza che per il territorio. Sono state predisposte delle zone di accoglienza pre-filtro per limitare la promiscuità».
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Ma i numeri più importanti sono quelli che riguardano il potenziamento dei posti letto: «Ci sarà una implementazione di 153 posti letto dedicati di terapia intensiva che si andranno ad aggiungere ai 590 in esercizio. Abbiamo oltre 340 posti letto di malattie infettive che dovranno assicurare il fabbisogno delle malattie infettive che abbiamo e dovranno gestire i casi di coronavirus che non hanno bisogno della terapia intensiva. Saranno raddoppiati i posti letto dello Spallanzani, con un aumento di 150 unità».
D’Amato ha voluto poi ringraziare tutti gli operatori della salute, soprattutto quelli delle zone rosse, che sono «sotto pressione» in questo momento e che «non hanno orari, non hanno famiglia». Un ringraziamento anche ai 40 medici del numero verde del Lazio 800 118 800 che dal 27 febbraio, giorno in cui è stato istituito, hanno risposto a oltre 8mila telefonate: «In presenza di sintomi e link epidemiologici con le zone rosse – ha ricordato D’Amato – non è opportuno recarsi al Pronto soccorso ma bisogna chiamare il numero verde in modo tale da consentire l’invio in biocontenimento dei mezzi».
D’Amato ha anche annunciato che saranno messi a disposizione dei medici di famiglia dei «tabulati preventivi» per valutare situazioni di rischio e ‘mappare’ le persone con patologie croniche e una età avanzata.
Dall’assessore anche un appello a donare il sangue perché a causa del Covid 19 «sta rallentando la donazione di sangue» e questo «sta complicando il lavoro ordinario degli ospedali».
Le opposizioni, intervenute dopo l’informativa dell’assessore alla Salute, hanno evitato l’eccesso di polemiche anche se non hanno rinunciato a segnalare le criticità. Chiara Colosimo (Fratelli d’Italia) ha lanciato l’idea di creare una nuova struttura sanitaria dedicata esclusivamente ai pazienti affetti da coronavirus «magari riqualificando uno dei tanti ospedali chiusi o dismessi. Lo Spallanzani, infatti, seppur rappresenti l’eccellenza del nostro territorio, non ha la capacità di contenere tutti i pazienti». Il Presidente della Commissione Sanità Giuseppe Simeone (Forza Italia) ha invece denunciato il caso di Formia, dove all’ospedale è stata individuata una persona contagiata: «La tenda pre-triage a Formia è stata messa in un luogo nascosto, mentre dovrebbe essere posta prima dell’ingresso del triage che si fa al Pronto soccorso» e denuncia che altri ospedali stanno rifiutando pazienti provenienti dal nosocomio di Formia dove è stato registrato il caso. Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, ha invece messo in evidenza come in alcuni studi di medici di famiglia si continui a ricevere normalmente: «In assenza di indicazioni univoche alcuni MMG continuano a ricevere facendo entrare uno alla volta e consentendo l’affollamento nelle sala d’attesa».
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