A Roma l’incontro “L’Integrità nella Sanità che cambia: responsabilità, assicurazioni e nomine” in cui si è discusso di come contrastare la corruzione nel mondo della Sanità
«Il fenomeno dell’eccessiva vicinanza tra politica e sanità rappresenta assolutamente un problema a livello europeo», lo riferisce Francesco Macchia, presidente ISPE-Sanità a margine della conferenza “L’Integrità nella Sanità che cambia: responsabilità, assicurazioni e nomine” svoltosi a Roma in collaborazione con lo Studio Legale Improda.
ISPE – Sanità, l’Istituto per la promozione dell’etica in sanità dal 2014 è entrato a far parte del European healthcare fraud&corruption network (Ehfcn), il network europeo delle organizzazioni per l’anticorruzione che si è riunito a Utrecht lo scorso giugno proprio affrontare il tema della corruzione in sanità. «Una caratteristica del mondo della sanità – ha spiegato Alberto Improda, Studio Legale Improda – e del meccanismo che sottintende il funzionamento del mondo della sanità è che c’è un forte collegamento tra i temi di carattere generale, quindi temi che hanno a che fare con la governance, con l’etica e con la trasparenza con le attività pratiche».
Come contrastare allora la corruzione in sanità? «È fondamentale l’Albo che è stato creato dall’ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin è un primo passo – continua Macchia – ma poi si deve lavorare affinché la libertà di scelta all’interno di quest’albo venga limitata il più possibile. Inoltre, e questo rientra nel decalogo ISPE-Sanità che abbiamo pubblicato sei mesi fa e che propone tutta una serie di idee a legislazione costante che possono mitigare la corruzione, si deve far sì che il contrasto alla corruzione sia uno specifico mandato politico del direttore generale. Il governatore deve dare un mandato politico e deve misurare il direttore generale sulla base di quel mandato»
Oggetto del dibattito anche la Legge Gelli-Bianco che manca ancora dei tre decreti attuativi riguardanti le assicurazioni. La norma, secondo ISPE – Sanità, ha introdotto importanti novità a tutela dei pazienti. «Legge Gelli-Bianco vede la responsabilità medica – spiega Iside Castagnola, comitato scientifico di ISPE-Sanità – in luce del principio della sicurezza delle cure, che vuol dire prevenzione e gestione del rischio come antidoto alla medicina difensiva».