La scorsa settimana era ritenuta a livello moderato ma ora ricoveri e intensive tenderanno a stabilizzarsi. Cosa dice il report
Questa settimana l’Italia è l’unico Paese classificato al livello di «scarsa preoccupazione» dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, nell’ultimo report che analizza la situazione Covid-19 nei vari Stati di Unione europea e Spazio economico europeo. Resta comunque «molto alto», pari a 8,3 su 10 come la settimana scorsa, il livello di preoccupazione per l’intera area ma, rispetto a sette giorni fa, il nostro Paese cambia fascia. E se nei prossimi giorni ci si dovrà attendere ancora un aumento dei casi e dei morti, dovrebbero stabilizzarsi i ricoveri sia in area medica sia in terapia intensiva.
Il rapporto è relativo alla settimana 48, quella terminata domenica 5 dicembre, e le previsioni che contiene riguardano i 14 giorni successivi, quindi le settimane 49 (termine il 12 dicembre) e 50 (termine il 19 dicembre). Nel report si può leggere che in questa settimana la situazione epidemiologica complessiva di Ue/See è stata caratterizzata da un tasso di notifica di casi Covid «elevato e in rapido aumento» e da un tasso di mortalità «in lento aumento». La previsione dell’Ecdc è che da qui alla settimana 50 contagi e decessi aumenteranno, mentre i ricoveri in terapia intensiva e in altri reparti si stabilizzeranno.
Il tasso complessivo di notifica dei casi Covid per l’area Ue/See è stato nella settimana 48 pari a 797 per 100mila (748,6/100mila la settimana precedente), in crescita da 9 settimane. Il tasso di mortalità per Covid-19 a 14 giorni è stato di 55,9 decessi per milione di abitanti (53,2/milione la settimana precedente), stabile da 2 settimane. Dei 30 Paesi con dati sui ricoveri fino alla settimana 48, sono 17 quelli che hanno riportato una tendenza all’aumento rispetto alla settimana precedente. Per la maggior parte degli Stati la situazione epidemiologica viene considerata di preoccupazione «alta o molto alta, in particolare nelle zone occidentali e settentrionali di Ue/See, in gran parte determinata – precisa l’Ecdc – dall’elevata trasmissibilità della variante Delta che ha limitato la riduzione della trasmissione virale ottenuta con la vaccinazione». È infatti ancora Delta la variante del Sars-CoV-2 prevalente nell’area, al 98,6%.
Nel dettaglio, nella settimana 48 la situazione è classificata come «estremamente preoccupante» in 8 Paesi (Repubblica Ceca, Francia, Germania, Liechtenstein, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Polonia), di «forte preoccupazione» in 11 Paesi (Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Portogallo e Slovacchia), di «moderata preoccupazione» in 10 (Austria, Estonia, Islanda, Lettonia, Lituania, Malta, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia) e di «scarsa preoccupazione» in uno (Italia). Rispetto alla settimana precedente, 3 Paesi (Francia, Liechtenstein e Lussemburgo) sono passati a una categoria superiore, 9 (Austria, Belgio, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia e Spagna) a una inferiore, mentre 18 sono rimasti nella stessa categoria.
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