Secondo Science, l’approvazione del vaccino potrebbe diventare una mossa politica, in vista delle elezioni presidenziali statunitensi
Accelerare i tempi e rilasciare un vaccino per il nuovo coronavirus prima delle elezioni americane sarebbe una mossa vincente per Donald Trump. La dimostrazione di aver imboccato la strada giusta per rispondere alle critiche arrivate da più parti sulla sua gestione della pandemia che ha ucciso più di 180 mila americani.
Ed è per questo che, come riporta la rivista scientifica Science, quando alla Convention repubblicana ha accettato la nomina per un altro mandato, ha promesso che la “missione vaccino Covid-19” avrebbe avuto successo «prima della fine dell’anno, o forse anche prima».
Ma tanti temono che per raggiungere l’ambizioso obiettivo l’amministrazione possa cadere in «approvazioni premature e pericolose», come l’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA). «Un percorso utilizzato dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti per consentire un rapido accesso a diagnosi, trattamenti e vaccini» spiega Science.
La FDA era già stata criticata per aver permesso l’uso di emergenza del plasma convalescente e l’idrossiclorochina «sulla base di dati scarsi e apparente pressione politica» per poi vedersi costretta a revocare l’autorizzazione dell’idrossiclorochina per il trattamento contro Covid-19.
La paura di tanti è che la corsa al vaccino, insomma, possa essere una mossa politica, una questione economica e di potere, sopratutto dopo la registrazione del primo vaccino cinese e russo. La pensa così Paul Offit, un pediatra del Children’s Hospital di Philadelphia, membro di un gruppo che consiglia la FDA sui vaccini, secondo il quale il presidente potrebbe cercare un vaccino Covid-19 prima delle elezioni per poter dire: «We Warp Speeded our way to a vaccine».
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