Il Ministro della Salute ha illustrato a Montecitorio i contenuti del prossimo Dpcm che verterà su distanziamento, mascherine e igiene delle mani: «Rispettare queste regole fondamentali significa provare a tenere la curva sotto controllo ed evitare che il Ssn entri in difficoltà»
Distanziamento e divieto di assembramento, mascherine obbligatorie anche all’aperto e igiene delle mani. Sarà volto al rafforzamento di queste tre misure il prossimo Dpcm che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si appresta a varare dopo un confronto con le regioni. I dettagli delle misure sono stati illustrati in Aula alla Camera dal Ministro della Salute Roberto Speranza.
«Su queste tre regole c’è la condivisione di tutta la comunità scientifica mondiale. Non dobbiamo dividerci su questo – ha affermato Speranza -. Rispettare queste regole fondamentali significa provare a tenere la curva sotto controllo ed evitare che il Servizio sanitario nazionale entri in difficoltà».
Il Ministro della Salute ha sottolineato che il quadro epidemiologico italiano è molto migliore rispetto ad altri Paesi europei ma che ciò non può essere un motivo per abbassare la guardia: «Non dobbiamo farci nessuna illusione: non siamo fuori pericolo» ha sottolinea Speranza.
I dati dell’ECDC premiano l’Italia, con 45 casi ogni 100mila abitanti nelle ultime due settimane. Rispetto a Spagna, Francia, Olanda il nostro Paese gode di uno scenario migliore. Tuttavia, ricorda Speranza, «c’è una fase di peggioramento oggettivo: da nove settimane vediamo crescere i numeri».
I numeri sono quelli dei contagiati e dei ricoveri: ad oggi sono 58.900 le persone positive al Coronavirus, il 6 agosto erano 12.600. I ricoverati con sintomi sono 3.487. Le persone in terapia intensiva sono 323 mentre in estate erano 30. Ad aprile l’età mediana dei contagiati era tra 65 e 70 anni. Nell’ultima settimana l’età mediana è di 41 anni e ad agosto era 31 anni.
«Ad oggi sono numeri sostenibili ma il virus circola e continua a fare danni», spiega il Ministro che poi sottolinea la grande novità di questa seconda ondata: «Nella prima il virus aveva colpito prevalentemente un pezzo d’Italia geograficamente circoscritto e alcune province del nord del Paese – spiega il titolare della Salute -. Oggi non c’è più una dinamica di territorialità. I numeri ci segnalano che la crescita è diffusa e generalizzata, che tocca anche i territori risparmiati nella fase precedente. Nessuna realtà è fuori dai rischi. L’Italia ha un piccolo vantaggio rispetto agli altri Paesi europei ma questo vantaggio non può essere sprecato così come non può essere sprecato il sacrificio di milioni di italiani».
Speranza, che ha più volte ringraziato gli uomini e le donne del Servizio sanitario nazionale, ha annunciato che tutti i provvedimenti vedranno un ampio coinvolgimento delle Regioni. L’impianto resterà quello messo in campo durante la prima ondata che gravita attorno alla Protezione civile, al Commissario straordinario e al Cts.
Poi ha difeso il prolungamento dello Stato di emergenza al 31 gennaio: «Corrisponde allo stato reale del Paese – spiega il Ministro -. Dal 2004 ci sono state 154 dichiarazioni di emergenza e 84 di queste sono state rinnovate. Dobbiamo valutare la specificità dell’epidemia rispetto alle altre emergenze. Prima le emergenze erano dovute a terremoti o alluvioni, qui invece siamo di fronte a una inedita realtà la cui prevedibilità è molto complicata. Per questo dobbiamo continuare sulla linea della prudenza».
Delle tre regole che saranno oggetto del Dpcm (mascherine, distanziamento ed igiene), Speranza si è soffermato soprattutto sulle mascherine. Nonostante alcune voci contrarie anche dalla comunità scientifica, sarà varato l’obbligo all’aperto in tutta Italia. «Valutiamo l’estensione dell’obbligo delle mascherine all’aperto. Dobbiamo fare uno sforzo in più: quando si incontrano persone non conviventi c’è la necessità di usare le mascherine. Abbiamo la necessità di dare questo messaggio forte», ha spiegato Speranza.
Le altre sono norme già vigenti ma «aumenteremo il livello dei controlli. Rispettare queste regole fondamentali significa provare a tenere la curva sotto controllo ed evitare che il Ssn entri in difficoltà».
Poi ha ricordato che al momento le scuole non destano preoccupazione anche se «è prematuro per ora dare un giudizio definitivo».
L’ultimo passaggio della relazione alla Camera del Ministro della Salute ha riguardato lo sforzo nell’aumentare il numero di persone testate dal Servizio sanitario. «Abbiamo superato nei giorni scorsi la soglia dei 120mila test al giorno – ha spiegato Speranza -. Credo che dobbiamo crescere ancora. Oltre ai test molecolari classici, riferimento più solido per la diagnosi, dal 13 agosto stiamo utilizzando i test antigenici: hanno dato risultati incoraggianti e con una circolare abbiamo allargato l’ambito di utilizzo dei test antigenici al di fuori degli aeroporti. L’auspicio è di arrivare presto all’utilizzo dei test salivari, meno invasivi».
Il pensiero va sempre al vaccino e alle cure, impegno su cui sta lavorando alacremente la comunità scientifica mondiale: «Se ne parla di meno, ma sta andando avanti un lavoro molto importante sul terreno delle cure. Sugli anticorpi monoclonali ci sono risultati incoraggianti. Nel Dl agosto abbiamo stanziato 80 milioni di euro per il 2020 e 300 milioni di euro per il 2021 in questo settore. Abbiamo esigenza di correre e di essere rapidi ma anche l’esigenza di procedere con la massima sicurezza».
Speranza, che ha ringraziato i media per il sostegno alla campagna a favore dell’App Immuni, ha infine invitato alla ‘resistenza’: «C’è ancora bisogno di tempo, avremo bisogno di alcuni mesi. Arriveranno vaccini e cure efficaci ma ci sono ancora dei mesi davanti a noi in cui saremo senza. Saranno mesi di resistenza in cui dovremo convivere col virus».
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