Sanità 5 Febbraio 2021 08:58

Covid, l’allarme di Oxfam e Emergency: «Con i monopoli di Big Pharma impossibile un vaccino per tutti»

Nel 2021, i tre più grandi colossi farmaceutici del mondo produrranno dosi solo per l’1,5% della popolazione mondiale, mentre molti produttori sono tagliati fuori. Le ONG lanciano un appello urgente a Ue, USA e UK per un’immediata inversione di rotta

«I diritti esclusivi e i monopoli dei colossi farmaceutici sui brevetti impediscono che ci siano dosi sufficienti di vaccini sicuri ed efficaci contro il Covid-19 per tutti. Le 3 più grandi aziende del mondo attualmente hanno in programma di produrre dosi solo per l’1,5% della popolazione mondiale nel corso del 2021, mentre altri grandi produttori non stanno producendo nessun vaccino efficace e sicuro».

È la denuncia lanciata oggi da Oxfam, Emergency, Frontline AIDS e Global Justice Now, membri della People’s Vaccine Alliance, di fronte ad una carenza mondiale di dosi di vaccini, utili a contrastare la pandemia.

Da qui l’appello urgente ai governi e all’industria farmaceutica ad aumentare la produzione, «superando – si legge in una nota – l’attuale sistema che garantisce i monopoli e che sta provocando una crisi globale di forniture con conseguenze drammatiche in termini di vite umane e impatto economico».

Un risultato che, secondo le ONG, può essere centrato «solo con la sospensione delle regole che tutelano la proprietà intellettuale e la condivisione della tecnologia necessaria alla produzione dei vaccini. Solo così – puntualizzano -, ponendo fine al controllo dei monopoli dell’industria farmaceutica, chiunque, in ogni parte del mondo, potrà avere accesso al vaccino il più rapidamente possibile».

Attualmente, Pfizer/BioNTech, Moderna e AstraZeneca, che sono produttori di vaccini approvati dai più importanti enti regolatori, possono coprire il fabbisogno solo di circa un terzo della popolazione mondiale. Ma dato che i paesi ricchi hanno acquistato dosi in eccesso, la quota di popolazione mondiale che potrà beneficiarne è destinata a ridursi. Mentre AstraZeneca ha venduto la maggior parte della sua produzione ai paesi in via di sviluppo, Pfizer/BioNTech e Moderna hanno riservato quasi tutte le loro dosi ai paesi ricchi, senza condividere la tecnologia.

3 colossi farmaceutici in panchina

Le tre maggiori aziende farmaceutiche globali, GlaxoSmithKline (GSK), Merck e Sanofi, sono impegnate a produrre solo 225 milioni di dosi di vaccino quest’anno.

  • Sanofi ha annunciato la scorsa settimana che contribuirà alla fornitura del vaccino elaborato da Pfizer/BioNTech, producendo 125 milioni di dosi. «Una goccia nel mare rispetto alle necessità, che finirà probabilmente per favorire solo i paesi europei», secondo le Organizzazioni.
  • Merck, la seconda più grande azienda produttrice di vaccini al mondo, si era inizialmente dotata di infrastrutture capaci di fornire centinaia di milioni di dosi, ma ha abbandonato lo sviluppo di un proprio vaccino.
  • All’inizio di questa settimana, GSK ha annunciato che lavorerà con CureVac per sviluppare un vaccino efficace contro le varianti emergenti nel corso del 2022 e supporterà la produzione di 100 milioni di dosi del vaccino CureVac, ancora oggetto di studi clinici.

In Guinea vaccinate solo 55 persone

Finora sono state vaccinate circa 108 milioni di persone, ma solo il 4% delle vaccinazioni totali è stato effettuato nei paesi in via di sviluppo, la stragrande maggioranza delle quali in India. Tra i Paesi più poveri, soltanto la Guinea ha ricevuto delle dosi riuscendo a vaccinare appena 55 persone.

L’appello ai governi Ue, Usa e Regno Unito

Pfizer/BioNTech, Oxford/Astra Zeneca, e Moderna hanno ricevuto ingenti finanziamenti pubblici per sviluppare i loro vaccini: le organizzazioni della People’s Vaccine Alliance chiedono quindi all’Ue, al governo del Regno Unito, al Presidente USA Joe Biden di usare il potere loro conferito da questa situazione di emergenza, affinché le grandi aziende farmaceutiche condividano brevetti e tecnologia per consegnare questa terribile pandemia alla storia.

L’Alleanza chiede infine agli Stati Uniti, ai paesi dell’Ue e al Regno Unito di investire in nuove infrastrutture produttive pubbliche, specialmente nei paesi in via di sviluppo, in modo da ingrandire la fabbricazione di vaccini sicuri ed efficaci e di prepararci a rispondere anche a future pandemie. Secondo i dati dell’UNICEF, infatti, solo il 43% della capacità di produzione globale al momento viene sfruttata per produrre i vaccini già approvati.

 

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