Nell’ambito dell’informazione, parere positivo della Commissione su: proposta di legge europea per la libertà dei media, ricorso durante la pandemia del già esistente sistema di allerta rapida e istituzione dell’Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO)
Garantire i diritti fondamentali, in primis salute e democrazia, e valutare gli aspetti sociali ed economici che hanno risentito degli effetti della pandemia da Covid-19 per migliorarli, compreso il contrasto alla disinformazione. Sono questi gli obiettivi a cui punta la commissione speciale del Parlamento europeo sulla pandemia di COVID-19 (COVI). La Commissione, dopo aver analizzato l’impatto della crisi, aggravata dalla circolazione di informazioni non sempre correttamente verificate e scientificamente attendibili, ha valutato l’efficacia delle misure europee e nazionali. Su queste basi ha formulato raccomandazioni specifiche per colmare le lacune e le carenze individuate. Martedì scorso il Parlamento ha discusso la relazione preparata dalla Commissione speciale, per poi approvarla mercoledì con 385 voti a favore, 193 contrari e 63 astenuti.
Per valutare il grado di disinformazione raggiunto durante l’emergenza sanitaria la Commissione ha analizzato lo studio “The effect of communication and disinformation during the Covid-19 pandemic” (L’effetto della comunicazione e della disinformazione durante la pandemia di Covid-19). Nella sua relazione ha sottolineato che «una politica sanitaria europea unita e coordinata potrebbe essere un fattore che contribuisce a contrastare la diffusione di informazioni sanitarie false», sottolineando che «in assenza di una politica sanitaria europea unita e coordinata, è stato lasciato troppo spazio a numerosi attori non scientifici che hanno pericolosamente nutrito i media con informazioni false».
In tema di vaccinazioni la Commissione ha riconosciuto che «la diminuzione della fiducia nei vaccini costituisce una tendenza preoccupante in molti Stati membri dell’UE» e pertanto chiede agli Stati membri di «affrontare i dubbi sui vaccini e la diffusione inconsapevole di notizie false promuovendo l’informazione e l’educazione pubblica attraverso un piano di comunicazione chiaro e trasparente, sfruttando le tecnologie digitali». Più in generale, la Commissione ha riconosciuto che «la diffusione di informazioni scientifiche o mediche false nel mezzo di una crisi sanitaria ha gravemente danneggiato la salute della popolazione dell’UE, mettendone addirittura a rischio la vita».
Nell’ambito dell’informazione, a Commissione ha accolto «favorevolmente la proposta relativa alla legge europea per la libertà dei media, concepita per preservare la libertà e la diversità dei media alla luce degli strumenti per la lotta alla diffusione inconsapevole di notizie false». Ha accolto con favore anche «l’attività di verifica dei fatti da parte dei giornalisti per contrastare la diffusione inconsapevole di notizie false e la disinformazione, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e del principio della libertà di stampa». Per contrastare la disinformazione la Commissione chiede «maggiori risorse per facilitare la formazione riguardo agli strumenti di contrasto alla diffusione inconsapevole di notizie false e si dice favorevole a una più solida collaborazione tra i media, al fine di evitare la diffusione di notizie false».
Parere positivo della Commissione anche al ricorso durante la pandemia da Covid-19 del già esistente sistema di allerta rapida appositamente progettato per contrastare le campagne di disinformazione. Promossa pure l’istituzione dell’Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO), «il quale – si legge nella relazione della Commissione – sosterrà una comunità multidisciplinare indipendente in materia di disinformazione riguardo al COVID-19 con un’infrastruttura tecnologica dotata di strumenti e servizi».
«La nostra Commissione – spiega Kathleen Van Brempt (S&D, BE), presidente della commissione COVI – ha condotto una valutazione approfondita dell’andamento della pandemia e del suo impatto sull’UE. È chiaro che l’Europa non ha solo bisogno degli strumenti per elaborare politiche a lungo termine, con tempistiche e obiettivi chiari, ma deve anche essere in grado di agire in modo rapido, efficiente e nell’interesse di tutti i cittadini europei. L’UE deve valutare attentamente il suo ruolo nella risposta globale alla pandemia e impegnarsi più che mai a favore della cooperazione e della solidarietà internazionali, in particolare con i partner del Sud del mondo. Spetta ora alla Commissione europea esaminare le nostre raccomandazioni e presentare proposte che rafforzino l’UE di fronte alle crisi e alle sfide del futuro».
Tra le proposte di maggiore impatto vi sono il rafforzamento dell’autonomia strategica dell’UE in tema di medicinali, la trasparenza nelle attività di appalto congiunto e un maggiore controllo parlamentare a livello sia europeo che nazionale sul ricorso alle leggi di emergenza. I deputati, che chiedono che l’UE faccia pieno uso dei finanziamenti per la ripresa per rafforzare il mercato unico, auspicano anche che l’imminente trattato internazionale sulle pandemie garantisca un coordinamento migliore a livello globale.
«La relazione della commissione COVI è il frutto di dialogo, consenso e rigore – aggiunge Dolors Montserrat (PPE, ES), relatrice per la commissione COVI -. La risposta dell’UE alla pandemia è stata esemplare per quanto riguarda l’acquisto dei vaccini, i fondi NextGenerationEU e la preparazione alle future emergenze sanitarie. Dobbiamo rafforzare ulteriormente l’UE per proteggere i nostri operatori sanitari, per assicurarci di non trascurare alcuna malattia e per aiutare i più vulnerabili. Dobbiamo anche promuovere la ricerca, combattere le notizie false e gli attacchi informatici e creare un settore farmaceutico competitivo – conclude – in grado di rafforzare l’autonomia strategica dell’UE in ambito sanitario».
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