Dopo l’esperienza in politica, il rientro all’IFO Regina Elena di Roma: «Anche ai Beni Culturali mi sono occupata di salute. L’esperienza politica dà quell’elasticità per affrontare problematiche che si incontrano in strutture così complesse»
Dalle corsie di ospedale alle aule parlamentari e viceversa. La dottoressa Dorina Bianchi, medico radiologo, è nota al grande pubblico per la sua lunga carriera politica. Entra alla Camera nel 2001, eletta nel collegio di Crotone, occupandosi spesso anche di temi di salute. L’apice lo raggiunge con il governo Renzi, quando diventa Sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Dopo il suo lungo impegno politico, la scelta che cambia la sua vita: decide di non ricandidarsi e ritornare alla sua prima passione, la medicina. Così si rimette il camice bianco e torna all’IFO, Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” di Roma, uno dei centri di ricerca e di cura più importanti d’Italia. «Ho avuto in politica – scriveva la Bianchi prima delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 – una esperienza importante, coinvolgente, gratificante. Rifarei ogni cosa che ho fatto, riassumerei ogni decisione presa, consapevole di aver agito sempre nell’interesse comune. Credo ora sia il momento di proseguire il percorso, di continuare il mio impegno per altre vie, rinunciando alla candidatura alle prossime elezioni politiche».
Onorevole, adesso però è tornata al suo mestiere originario, quello di medico. Ci vuole raccontare la sua scelta?
«Era normale e naturale che io rientrassi in ambito sanitario, io sono un medico, sono radiologa. Sono rientrata con grande piacere. Ho scelto di non ricandidarmi in questo momento. Naturalmente cambia l’approccio anche alle mie giornate ma sono rientrata in una professione per cui ho studiato tanto che mi è sempre piaciuta e devo dire ho avuto anche la fortuna di rientrare in questo istituto, l’IFO, che è un IRCSS di altissimo livello. Voi sapete che l’IFO è un istituto di eccellenza per quel che riguarda le cure oncologiche e per quanto riguarda le cure dermatologiche. È l’unico istituto dermatologico italiano che fa ricerca clinica oggi. Sono da questo punto di vista molto contenta e spero che si possa sempre di più attrarre risorse e professionisti di altissimo livello anche in questo istituto».
Quando era politico e sottosegretario, la sua esperienza da medico le è stata utile in qualche modo. Adesso la sua esperienza da parlamentare le è utile per fare il medico?
«All’inizio mi sono occupata molto di sanità anche se poi naturalmente noi che facciamo politica diventiamo ‘tuttologi’ quindi poi alla fine sono arrivata al ministero dei Beni culturali e del Turismo che è un ministero meraviglioso per il nostro Paese perché l’Italia è riconosciuta nel mondo come un’eccellenza vera per quanto riguarda i Beni culturali. Abbiamo fatto secondo me delle cose molto importanti, dalla valorizzazione dei piccoli centri i quella dei nostri Beni culturali ma abbiamo fatto anche una cosa importante che un po’ si collega alla sanità, o per lo meno alla salute. Mi riferisco al cibo, l’anno del turismo che ha riguardato la riscoperta della dieta mediterranea e questo va incontro a una valorizzazione di come l’Italia riesca ad essere un Paese che ha una grandissima longevità e quindi una valorizzazione di quelle che sono le nostre capacità anche di ridurre l’esposizione a numerose malattie. Quindi nel rientrare in ambito sanitario l’esperienza politica ti può aiutare ad avere quell’elasticità per cui riesci ad affrontare anche problematiche inerenti la salute ma anche di altro livello che in strutture così complesse, come per esempio questo IRCSS, naturalmente si incontrano».