Sanità 6 Aprile 2020 12:50

Dall’indennità di Coronavirus alla limitazione della responsabilità delle strutture: polemica sugli emendamenti al Cura Italia

Dopo i contrasti sulla proposta di limitare la responsabilità civile, penale ed erariale non solo degli operatori ma anche delle strutture sanitarie, Salvini ritira emendamento, ma resta in campo quello del Pd. Duro Filippo Anelli: «La misura è colma». In campo anche proposte per MMG e per remunerazione aggiuntiva dei sanitari

Dall’indennità di Coronavirus alla limitazione della responsabilità delle strutture: polemica sugli emendamenti al Cura Italia

Arriva al Senato il Decreto Legge 18 del 2020, cosiddetto Cura Italia. Tutte le forze politiche, sia di opposizione che di maggioranza, hanno presentato un numero cospicuo di emendamenti, molti dei quali riguardano anche il mondo degli operatori sanitari. Ed è proprio su alcuni di questi emendamenti che si sta concentrando la polemica politica degli ultimi giorni. Ad accendere gli animi sono stati alcuni emendamenti riguardanti il tema della limitazione alla responsabilità sanitaria. Con sfumature differenti a seconda del proponente, sostengono tutti lo stesso concetto: le condotte dei datori di lavoro non determinano responsabilità penale, civile ed erariale. Proposte di modifica che potrebbero comunque non essere accolte, se il governo decidesse di porre la fiducia. Ma che hanno già provocato dure reazioni.

LIMITAZIONE RESPONSABILITÀ STRUTTURE SANITARIE

Dopo le proteste di Ordini provinciali dei medici e associazioni professionali, il segretario della Lega Matteo Salvini ha annunciato il ritiro dell’emendamento sul tema che vedeva la sua prima firma. Resta in campo quello del Dem Andrea Marcucci: questo prevede che «la responsabilità civile delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche o private, e degli esercenti le professioni sanitarie di cui all’articolo 7 della legge 8 marzo 2017, n. 24, è limitata ai casi in cui l’evento dannoso risulta riconducibile a condotte poste in essere con dolo o colpa grave» e che «la valutazione della gravità della colpa è operata tenendo in considerazione anche la situazione organizzativa e logistica della struttura in relazione alla novità ed eccezionalità del contesto emergenziale, al numero di pazienti su cui è necessario intervenire e alla gravità delle loro condizioni, alla disponibilità di attrezzature e di personale, nonché al livello di esperienza e di specializzazione del singolo operatore».

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Sullo stesso filone, sia pur con qualche sfumatura diversa, le proposte di modifica al Cura Italia dei senatori Gaetano Quagliariello (Gruppo Misto), Gaetano Nastri (Fratelli d’Italia), Paola Boldrini (Pd), Davide Faraone (Italia Viva).

Diversa invece la proposta avanzata dal Movimento Cinque Stelle, a prima firma del senatore Arnaldo Lomuti, che prevede una limitazione della responsabilità solo per il personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid-19, che può essere chiamato a rispondere solo in caso di dolo. Analogo emendamento anche dal gruppo di Forza Italia.

Contro queste modifiche ha tuonato il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli: «La misura è veramente colma. Ci facciamo dunque portavoce del disagio che sta montando in tutti gli Ordini dei Medici territoriali e chiediamo che tutti questi emendamenti, che sono stati presentati senza chiedere in alcun modo il parere della FNOMCeO, siano subito ritirati per consentire, con il giusto tempo, di avviare un confronto con il Governo».

INDENNITÀ DI RISCHIO CORONAVIRUS

Di altro tenore gli emendamenti che prevedono una indennità di rischio Coronavirus per gli operatori sanitari. Quello della Lega, a prima firma Salvini, prevede che a decorrere dal mese di marzo 2020 e fino alla cessazione dello stato di emergenza, al personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale impiegato nei dipartimenti di emergenza e accettazione e nelle attività di diagnosi, cura, assistenza e riabilitazione delle persone affette da Covid-19 «compete una indennità, denominata “indennità da Coronavirus”, pari a 700 euro su base mensile che si aggiunge al trattamento economico complessivo già in godimento». L’indennità, che dovrà essere erogata in base ai giorni effettivi di lavoro, sarà finanziata con una dotazione pari a 370 milioni di euro per l’anno 2020. Soldi che, nelle intenzioni del leader del Carroccio, dovranno essere reperiti mediante utilizzo delle risorse destinate all’attuazione del “reddito di cittadinanza” e rimaste inutilizzate a seguito di monitoraggio.

Diversa invece la proposta dei senatori di Forza Italia Marco Siclari e Maria Rizzotti che, sempre mediante l’utilizzo delle risorse destinate all’attuazione della misura nota come “reddito di cittadinanza” rimaste inutilizzate prevede la misura della remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale direttamente impiegato nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del Covid-19 con una mensilità stipendiale aggiuntiva per ogni mese di emergenza da Covid-19.

NUMERO CHIUSO

Si rivolge invece al mondo universitario e sospende di fatto il numero chiuso a Medicina l’emendamento presentato dal capogruppo di Forza Italia in Senato Anna Maria Bernini in base al quale «in tutte le Università è sospeso, per il periodo di 5 anni, l’accesso programmatico alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Le scuole di specializzazione per le professioni sanitarie sono, per il periodo di 10 anni, ad accesso libero».

MMG E PEDIATRI DI LIBERA SCELTA

Alcuni emendamenti riguardano invece il mondo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. L’emendamento della Lega, a prima firma Matteo Salvini, chiede per tutta la durata dell’emergenza «l’adeguamento immediato della quota capitaria ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di Libera Scelta secondo i contenuti economici previsti dall’ultimo atto di indirizzo approvato dal Governo su proposta della Conferenza delle regioni e riferiti al totale incrementale previsto per il 2018» e, inoltre, l’impegno a chiudere definitivamente l’ACN 2016-2018 secondo le procedure ordinarie e con la rivalutazione dei compiti di cui al comma 3 rinegoziati coerentemente con la parte normativa di cui al suddetto Atto di indirizzo, in assenza di tale firma contrattuale cessano gli effetti di cui al comma 1.

Sulla stessa linea l’emendamento presentato a prima firma della Cinque Stelle Elisa Pirro.

 

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