«I dati sanitari sono tra i più sensibili. Le persone sono particolarmente preoccupate quando informazioni di questo tipo vengono violate o non si conosce il modo in cui vengono utilizzate». Così il commissario per l’informazione del Regno Unito Elizabeth Denham
Protezione della privacy e utilizzo dei dati sanitari da parte di intelligenza artificiale e nuove tecnologie per la diagnosi, la terapia o la ricerca di nuove cure. Questo il binomio per il quale, secondo il commissario per l’informazione del Regno Unito Elizabeth Denham, va trovato il giusto equilibrio.
«I dati sanitari sono, insieme a quelli finanziari, tra i più sensibili – ci dice quando la incontriamo alla Conferenza internazionale sulla privacy di Tirana, che ha presieduto -. Le persone sono particolarmente preoccupate quando informazioni di questo tipo vengono violate o non si conosce il modo in cui vengono utilizzate».
«D’altro canto, tuttavia – prosegue – sappiamo che nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale possono diagnosticare nuove malattie, curare alcune patologie, trovare soluzioni, salvare la vita dei pazienti. Quindi l’importante è trovare il giusto equilibrio tra l’utilizzo dei dati in questo senso e per queste finalità e proteggere le informazioni più sensibili di ognuno di noi», conclude.