Sanità 14 Febbraio 2020 05:00

Ddl aggressioni, Cisl Medici Lazio: «Possiamo ritenerci soddisfatti, accolte le nostre proposte»

«Ringraziamo quanti hanno creduto nella nostra battaglia di civiltà» scrivono in una nota Luciano Cifaldi, Segretario della Cisl Medici Lazio, e Benedetto Magliozzi, Segretario della Cisl Medici di Roma Capitale/Rieti

«Se il testo del ddl contro la violenza sugli operatori sanitari non sarà stravolto o addolcito in Aula possiamo dichiararci soddisfatti». È il commento di Luciano Cifaldi, Segretario della Cisl Medici Lazio, e Benedetto Magliozzi, Segretario della Cisl Medici di Roma Capitale/Rieti, all’approvazione del testo da parte delle Commissioni Giustizia e Affari Sociali.

LEGGI ANCHE: AGGRESSIONI, OK IN COMMISSIONI CAMERA AL DDL SULLA SICUREZZA DEL PERSONALE SANITARIO. MA NON MANCANO LE POLEMICHE…

«No alla qualifica di pubblico ufficiale a medici e personale sanitario e socio sanitario in servizio, ma sì a tutte le tutele che la qualifica di pubblico ufficiale comporta – riassumono Cifaldi e Magliozzi in una nota -. Queste alcune delle principali modifiche apportate al testo che dovrebbe essere discusso alla Camera il 21 febbraio. Le integrazioni prevedono la procedibilità di ufficio e l’inasprimento delle pene per chi commette aggressioni ai danni di medici, infermieri e del personale in servizio. Inoltre alle ASL ed alle Aziende sanitarie viene dettato l’obbligo di costituirsi parte civile».

«Il testo – aggiungono – raccoglie le proposte che la Cisl Medici aveva avanzato nelle diverse sedi istituzionali ed aveva portato alla attenzione dell’opinione pubblica con una importante campagna mediatica di informazione. Ringraziamo quanti hanno creduto nella nostra battaglia di civiltà. I nostri iscritti che sono intervenuti con interviste e suggerimenti e ci hanno invitato a non mollare. Quei politici che hanno dato riscontro alle nostre istanze ed hanno stimolato il dibattito nelle sedi istituzionali. Quei direttori di testate giornalistiche che ci hanno ospitato nelle loro pagine senza chiederci mai quale fosse il nostro orientamento politico ed ai quali noi stessi ci siamo rivolti con fiducia e senza fare ipocriti distinguo perché era ed è una battaglia di civiltà e non servono inutili slogan divisivi» conclude il comunicato della Cisl Medici Lazio.

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