Il Senatore Amedeo Bianco (Pd) ai nostri microfoni: «Nel testo viene disegnato un profilo di azione da parte del cittadino verso la struttura nei termini e nelle forme più consone»
«Il sistema della responsabilità professionale medica è squilibrato. Lo sappiamo tutti. Con il Ddl Gelli il rapporto tra medico e paziente torna finalmente in equilibrio, senza che per questo vengano tolte certezze ai cittadini». Il Senatore Amedeo Bianco (Partito Democratico), membro della Commissione “Igiene e Sanità” di Palazzo Madama, individua nel «nuovo equilibrio tra le parti» il punto di forza della riforma della responsabilità professionale. Un rapporto che si era fortemente incrinato negli ultimi anni, come ha ricordato durante le dichiarazioni di voto – che hanno preceduto l’approvazione del testo –, il Senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri (CoR), il quale, citando gli ultimi dati ANIA, ha comunicato alla platea che il numero dei contenziosi aperti nei confronti di medici da parte di pazienti convinti di aver subito un caso di malpractice abbia superato quota 30mila nel solo 2016.
Senatore Bianco, finalmente una legge che si occupa della responsabilità professionale dei medici. Un lavoro che ha occupato negli ultimi anni diversi parlamentari di Camera e Senato e che riporta equilibrio tra le parti interessate.
«Un intervento del genere era necessario perché il sistema non è equilibrato. Lo sappiamo tutti e nessuno di noi ha pensato di risolvere la questione squilibrandolo dall’altra parte. La soluzione che abbiamo trovato è stata quella di trovare un diverso equilibrio intervenendo anche su alcune norme del Codice Civile, di Procedura Civile, del Codice Penale e di Procedura Penale. Quel che dovevamo fare era ridare certezze a tutti. Nessuno ha mai pensato di dare più certezze e tranquillità ai camici bianchi, togliendole ai cittadini, privandoli della possibilità di godere dei loro legittimi diritti e della tutela dei loro legittimi interessi. Per questo motivo credo che la norma, nel suo complesso, abbia proprio queste caratteristiche. Nel testo viene disegnato un profilo di azione da parte del cittadino verso la struttura nei termini e nelle forme più consone».
Nello specifico, come viene ricreato questo equilibrio tra medico, struttura e paziente?
«Il professionista risponde, ed è questa la vera grande novità, solo all’interno di una dinamica interna. Risponde verso la struttura con un profilo di responsabilità extracontrattuale. Con questo Disegno di legge tutti devono essere solventi: lo devono essere le strutture verso il cittadino e lo devono essere i professionisti verso le strutture. Il sistema si avvarrà inoltre di soluzioni diverse da quelle stragiudiziali, che conosciamo già. Ne è infatti stata inserita un’altra che chiamo “pregiudiziale”, nel senso che avviene prima dell’avvio del giudizio, che è sicuramente utile diminuire i contenziosi e ad abbatterne i costi».