Sanità 24 Luglio 2024 17:13

Il decreto liste di attesa è legge, pareri favorevoli e contrari

Per Migliore (Fiaso) questa legge rappresenta “un passo avanti indispensabile per l’Italia, ma non basta”. Ancora più critico Di Silverio (Anaao Assomed): “La montagna ha partorito un topolino”. Plauso di Magi (Sumai Assoprof): “Un iniziale miglioramento per il sistema sanitario”. La Fnopi esprime la sua contrarietà all’attuale formulazione dell’articolo 7 

di I.F.
Il decreto liste di attesa è legge, pareri favorevoli e contrari

A poche ore dall’approvazione del decreto sulle liste d’attesa si susseguono commenti e polemiche, pareri positivi e negativi sulla nuova legge. Ad esprimerli sono sia i rappresentanti dei mondo medico, che delle professioni sanitarie.

Migliore (Fiaso): “Un passo avanti indispensabile per l’Italia, ma non basta”

“L’approvazione della legge sulle liste d’attesa, con la nascita della piattaforma nazionale di monitoraggio, in linea con quanto avevamo richiesto,  è sicuramente un passo avanti indispensabile per l’Italia, ma non basta. È necessario lavorare con più determinazione per migliorare l’appropriatezza delle richieste di visite ed esami specialistici. Torniamo quindi a chiedere strumenti utili per governare l’offerta e verificare l’equità d’accesso, in modo da garantire a tutti i cittadini i servizi di cui hanno bisogno, evitando gli sprechi e migliorando il livello di salute della popolazione”.  È il commento del presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, Giovanni Migliore. “Ribadiamo con forza la necessità di introdurre un sistema di codifica del quesito diagnostico, rendendo obbligatorio in tutte le ricette l’inserimento del codice ICD9, utilizzato da oltre dieci anni in ospedale, per poter verificare con facilità che la richiesta sia adeguata alle necessità cliniche ed al livello d’urgenza, almeno per le 69 prestazioni più critiche come radiografie, tac e risonanze magnetiche. L’ inserimento dei codici, a costo zero per la finanza pubblica, permetterebbe di analizzare l’appropriatezza della prescrizione e consentirebbe a ciascuna Asl di intervenire eventualmente sui medici prescrittori, grazie all’esame dei flussi  – continua Migliore -. La piattaforma nazionale delle liste di attesa – aggiunge il presidente Fiaso – renderà più evidente lo straordinario impegno quotidiano del Servizio sanitario nazionale che, già oggi, assicura ogni giorno più di un milione di prestazioni specialistiche ai nostri cittadini (dati Agenas 2023). A fronte di questa realtà – conclude Migliore – dobbiamo essere consapevoli che in sanità, per caratteristica specifica del settore, nonostante si aumenti l’offerta di servizi e prestazioni, questa viene immediatamente saturata dalla domanda, peraltro in misura tendenzialmente illimitata. In quest’ottica restiamo convinti della necessità di incrementare la trasparenza e la fruibilità del sistema attraverso un monitoraggio unico nazionale, dinamico e real-time”.

Di Silverio (Anaao Assomed): “La montagna ha partorito un topolino”

Critiche le parole di Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed: “L’obiettivo che aveva questo decreto non verrà raggiunto, la montagna ha partorito un topolino – dice Di Silverio all’Adnkronos Salute -. Era un decreto partito con delle intenzioni megagalattiche, è stato svuotato di contenuti economici, svuotato di contenuti innovativi, tranne la defiscalizzazione delle prestazioni aggiuntive che è un messaggio positivo. Il problema è che è un decreto che, per risolvere il problema delle liste d’attesa, punta sul lavoro straordinario dei dirigenti medici e sanitari che già oggi lavorano più di 60 ore settimanali, al limite della legge europea sui riposi, e che per oltre il 67% del personale sono già in sindrome di burnout. Quindi, nonostante le buone intenzioni, è un decreto che a nostro avviso oggettivamente non risolverà il problema delle liste d’attesa”. Di Silverio annuncia che la categoria è pronta a scendere in piazza: “La mobilitazione continua – assicura – e io mi auguro che si allarghi sempre di più, perché è una condizione ormai insostenibile per il sistema sanitario. E l’autonoma differenziata metterà la pietra tombale su quello che vuol dire professionisti del sistema pubblico. Cosa direi al ministro? Di tornare ad ascoltare le parti sociali, perché senza confronto non si possono ottenere risultati utili. Noi francamente siamo stanchi di non essere coinvolti, come è avvenuto per questo decreto in ciò che ci riguarda, stiamo subendo una legge dopo l’altra senza possibilità neanche di dialogare o di confrontarci. In più abbiamo un rinnovo contrattuale di un contratto che è di nuovo in scadenza – il contratto che dovremmo ancora andare a discutere scadrà infatti nel 2024 – e i soldi stanziati rappresentano un aumento del 5,78%, il che vuol dire 180 euro lordi al mese”.

Magi (Sumai Assoprof): “Un iniziale miglioramento per il sistema sanitario”

È positivo, invece, il parere espresso da Antonio Magi, segretario del sindacato della medicina ambulatoriale Sumai Assoprof: “Questa legge rappresenta un iniziale miglioramento per il sistema sanitario, poiché mette al centro le esigenze dei cittadini cercando di fornire risposte concrete alle problematiche legate alle liste d’attesa. Al tempo stesso, questa norma rende possibile portare gli specialisti ambulatoriali a una settimana lavorativa di 38 ore o pubblicare nuovi turni al fine di abbattere le lunghe liste d’attesa che spesso affliggono i pazienti”. Antonio Magi definisce questa legge “un importante passo avanti  nella lotta alle liste che da troppo tempo rappresentano un problema per la cittadinanza. L’aumento delle ore per gli specialisti ambulatoriali convenzionati interni è una battaglia storica per il Sumai Assoprof – ricorda Magi -. La possibilità di portare gli specialisti ambulatoriali a una settimana lavorativa di 38 ore, o di attivare anche nuove ore di specialistica ambulatoriale – spiega – consentirà di aumentare il numero di visite e prestazioni erogate, riducendo così i tempi di attesa per i pazienti che necessitano di una consulenza o di un trattamento specialistico. Tutto ciò si tradurrà in un ampliamento dell’offerta di servizi, garantendo una maggiore flessibilità e possibilità di scelta per i pazienti ed una reale presa in carico dei malati cronici nelle case di comunità ed ospedali di comunità”. Magi ci tiene comunque a sottolineare che “l’abbattimento delle liste d’attesa non avverrà da un giorno all’altro, ma sarà un processo graduale che richiederà tempo e sforzi congiunti da parte di tutti gli attori coinvolti nel sistema sanitario. Tuttavia, l’approvazione di questo decreto legge può rappresentare un primo segnale positivo e un impegno concreto verso il miglioramento della situazione. L’obiettivo – conclude Magi – è quello di garantire una maggiore accessibilità alle cure specialistiche, riducendo i tempi di attesa e migliorando la qualità dei servizi sanitari offerti. Auspico dunque che questa misura possa contribuire a ridurre le lunghe attese e a offrire un sistema sanitario più efficiente ed equo che soddisfi la domanda di salute dei cittadini e migliori la qualità del lavoro degli operatori sanitari tutti”.

Fnopi contraria all’attuale formulazione dell’articolo 7

La Fnopi, Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche, esprime “disappunto per la mancata approvazione in Parlamento di un emendamento” al Dl liste d’attesa, “presentato da diverse forze politiche, che mirava a salvaguardare il beneficio fiscale previsto” dal decreto “sulle prestazioni aggiuntive. In particolare, l’articolo 7 introduce un’imposta sostitutiva del 15% sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario, i cui benefici vengono vanificati dalla contestuale perdita di altre agevolazioni già in vigore”. Secondo la Fnopi, “l’assetto definito dall’attuale formulazione dell’articolo 7 rischia di rappresentare un deterrente per tutti quei professionisti che, venendo meno l’agevolazione prevista dalla legge di bilancio, preferiscono non accedere alle prestazioni aggiuntive”.

 

 

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