Secondo Caparini: «Questo è un anno cruciale». In sanità in Europa «14 paesi investono di più, siamo fanalino di coda nel Paesi G7 ma siamo secondi come richiesta ai cittadini»
I Lea, i livelli essenziali di assistenza del Servizio sanitario nazionale «non sono più adeguati a quelli di un Paese civile: dal 2018 al 2019 si passa dal 6,6% a 6,4% del Pil, cioè sotto la soglia del 6,5% definita dall’Ocse come minima per garantire la tutela delle prestazioni». Lo denuncia Davide Caparini, rappresentante della Conferenza delle Regioni, nel corso dell’audizione sul Def nelle commissioni speciali riunite di Camera e Senato.
Nel documento depositato dalle Regioni, sono analizzati gli effetti del contenimento della spesa sanitaria: la previsione del rapporto fra spesa sanitaria e Pil presenta un profilo crescente solo a partire dal 2022 attestandosi al 7,7% nel 2060.
È necessario, sottolineano le Regioni «aggiornare i contenuti del vecchio patto Salute 2014-2016, le priorità sanitarie e il quadro finanziario per il futuro: stabilizzare la crescita del Fondo sanitario nazionale in rapporto al Pil e definire un nuovo programma pluriennale di investimenti per l’edilizia sanitaria».
«Uno Stato democratico di fronte a questo dato si deve interrogare. Si può ancora intervenire sul welfare? Si possono ancora fare dei tagli? – ha sottolineato Caparini – Chiediamo di aggiornare i contenuti del vecchio patto della salute 2014-2016, dobbiamo invertire questo trend degli ultimi 6 anni e definire anche un nuovo programma pluriennale di edilizia sanitaria. Bisogna investire – ha insistito – in capacità, competenze infrastrutture».
Secondo Caparini, «questo è un anno cruciale». In sanità in Europa «14 paesi investono di più, siamo fanalino di coda nel Paesi G7 ma siamo secondi come richiesta ai cittadini». Cioè, accusa l’assessore lombardo, «lo Stato investe meno e i cittadini pagano molto di più rispetto agli altri paesi G7». Guardando poi al contributo finanziario richiesto agli enti locali Regioni, Caparini ha lamentato i troppi tagli subiti. Le Regioni, ha spiegato, hanno «già raggiunto il pareggio di bilancio ed ora ci state chiedendo un ulteriore taglio di quasi 2,5 miliardi, ma noi vogliamo rilanciare gli investimenti, questo è il punto fondamentale per rilanciare l’economia. È necessaria una nuova stagione».