Presentato a Milano il programma Cities Changing Diabetes action plan 2022-2025 per invertire la curva di crescita della malattia e porre la salute dei cittadini al centro dello sviluppo urbano
Sono quattro milioni le persone con diabete in Italia, di queste 550 mila risiedono in Lombardia e una su tre vive a Milano. Una pandemia silente che deve essere fermata. Per farlo a Palazzo Marino lo scorso 28 giugno è stato presentato il programma Cities Changing Diabetes, action plan 2022 2025 della città metropolitana di Milano per invertire la curva di crescita della malattia e porre la salute dei cittadini al centro dello sviluppo urbano.
Michele Carruba, presidente del Comitato Esecutivo Milano Cities Changing Diabetes, Università degli Studi di Milano ha fatto notare come sia necessario anche per la sopravvivenza del sistema sanitario: «È un progetto ambizioso che si basa su dati scientifici secondo i quali, se noi non cerchiamo di modificare il trend in crescita di determinate malattie, non saremo più in grado di avere un sistema sanitario capace economicamente di rispondere ai bisogni delle persone ammalate».
I numeri dicono infatti che nel mondo ci sono 250 milioni di persone obese e in sovrappeso, negli Stati Uniti raggiungono il 70% della popolazione, in Europa e in Italia le cifre sono più contenute, ma gli ultimi anni di pandemia hanno peggiorato la situazione in particolare tra i bambini. Non solo, dal 2019, anno di adesione di Milano al progetto sono stati prodotti dati sociodemografici e clinico epidemiologici volti a studiare il legame tra il diabete e la città e promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini.
«E’ ancora in corso di studio la potenziale relazione di causa effetto tra l’inquinamento atmosferico e la prevalenza di diabete – ha sottolineato Livio Luzi, presidente Comitato Scientifico Milano Cities changing Diabetes – È stato pubblicato un primo lavoro che sostanzialmente punta il dito verso le polveri PM10 e l’ossido nitrico, che sono dei contaminanti atmosferici. Maggiore è la presenza di questi inquinanti e più alta è la prevalenza di diabete».
Ma non è tutto, ad aggravare ancor più lo stato di salute dei cittadini c’è una situazione di obesità diffusa che con il Covid è ulteriormente peggiorata «La sindrome del Long Covid ha generato delle alterazioni metaboliche che possono perpetuare non solo la sintomatologia ma anche il danno metabolico che può predisporre all’obesità e al diabete», ha evidenziato Luzi.
Ridurre il diabete e l’obesità del 25% entro il 2045 a livello globale è l’obiettivo; cinque le azioni attuate per rispondere alla sfida: promozione della salute e del benessere, garantire una opportunità di salute per tutti, integrare la salute alle politiche sociali, assicurare soluzioni per la salute sostenibili e creare partnership tra diversi settori. Un impegno che Regione Lombardia ha fatto suo con un intervento della vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti: «L’obesità deve essere considerata una malattia – ha dichiarato – per questo è mia intenzione portare questa tematica alla commissione salute perché possa essere poi presentata dalla Conferenza Stato Regioni al tavolo dei Lea, dove si definiscono le malattie che sono suscettibili di finanziamento del fondo sanitario nazionale».
Tra gli ideatori del progetto che coinvolge 42 metropoli e oltre 300 milioni di persone c’è la società farmaceutica danese Novo Nordisk che fa della lotta al diabete il proprio mantra quotidiano tanto da aver scelto di sponsorizzare una squadra di ciclisti professionisti con diabete. «Il nostro obiettivo è sconfiggere le malattie croniche non trasmissibili ovvero diabete e obesità – ha spiegato Marco Salvini, Market Access and Public Affairs Director di Novo Nordisk – e per farlo abbiamo anche investito su un progetto di sport per portare un messaggio di speranza a chi soffre di diabete». Prevenzione è la parola su cui hanno focalizzato l’attenzione i relatori.
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