INFODEMIC LAB | Giornalisti, editori e aziende tecnologiche a confronto nell’incontro “L’Europa alla sfida della disinformazione: #Giornalismo #IA #FakeNews” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione UE.
“La disinformazione minaccia il cuore delle nostre democrazie ostacolando la capacità dei cittadini di prendere decisioni basate su fatti corretti. Per questo la Commissione Europea continua la sua azione di contrasto alla disinformazione tramite azioni di regolamentazione, sorveglianza e di promozione delle competenze digitali, e richiama tutti a fare la propria parte”.
Queste le parole di Antonio Parenti, Direttore Rappresentanza Commissione Europea in Italia, all’incontro “L’Europa alla sfida della disinformazione: #Giornalismo #IA #FakeNews” organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione presso Spazio Europa, gestito dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. L’incontro ha visto il dialogo tra protagonisti del mondo dei media e i giovani delle scuole di giornalismo LUMSA e LUISS per accende il faro sull’importanza di essere giornalisti nell’era di ChatGPT e contrastare disinformazione e infodemia alla luce delle emergenze di questi anni, il Covid-19 e l’aggressione russa all’Ucraina.
“L’arrivo a velocità fulminea dell’LLM (Large Language Modelling), dalle prime serie di GPT di OpenAI all’ingresso in campo di Microsoft e Google con Bing e Bard, segnala un salto quantico non solo della trasformazione digitale, ma anche una nuova biforcazione delle dimensioni epistemologiche e antropologiche. Gli esseri umani stanno per delegare alle macchine la loro caratteristica distintiva, cioè il pensiero in tempo reale con parole e immagini. Le tecnologie non sono ancora pronte o sufficientemente mature, ma mostrano una direzione irreversibile per sfidare le professioni del giornalismo e del design in modi sia positivi, sia negativi” ha spiegato Derrick de Kerckhove.
“L’intelligenza artificiale ha dimostrato in questi anni il suo valore trasformativo, sia per migliorare l’accesso all’informazione, sia per affrontare grandi sfide della società come la prevenzione medica e il cambiamento climatico – ha precisato Andrea Cristallini (Google). È importante che venga sviluppata in modo responsabile, cioè in linea con principi etici condivisi, e con l’obiettivo di portare un beneficio reale. Questo approccio vale anche per il mondo del giornalismo, dove l’IA si sta rivelando sempre più utile, dall’ottimizzazione dei processi al contrasto alla disinformazione: risultati che incoraggiano le sinergie tra piattaforme tecnologiche, editori e redazioni”.
Per FIEG “è importante tenere in considerazione il legame tra hate speech e affidabilità delle notizie che circolano, in particolare in rete. La discriminazione e l’odio verso il diverso proliferano, infatti, in contesti in cui la qualità dell’informazione è bassa”. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni “riconosce all’informazione di qualità, che si manifesta anche attraverso i media c.d. mainstream, un ruolo fondamentale per la costruzione di punti focali credibili, attendibili, verificabili. Gli editori di giornali garantiscono ai lettori una informazione di qualità, corretta ed equilibrata, che costituisce l’antidoto naturale alla disinformazione e alle fake news”.
Per Leonardo Panetta (corrispondente Mediaset da Bruxelles): “Dalla Brexit in poi, chi si occupa di comunicazione in Europa, si è trovato un po’ nella situazione degli astronauti dell’Apollo 13 collegati con Houston: qualcosa a livello di informazione non ha funzionato e si deve risalire all’origine del guasto, per evitare di precipitare. Le fake news, in grado di incidere profondamente anche nelle decisioni politiche, sono diventate così uno dei principali nodi dell’Ue, amplificatesi a cause delle altre crisi, come il Covid e la guerra in Ucraina. Siamo così arrivati alla nascita di vere e proprie task force per contrastare la disinformazione che vedono coinvolte le istituzioni gli editori e ora anche i social network. Un fenomeno epocale che rimette al centro il dibattito sulla libertà di espressione, funzionamento delle democrazie e il mondo dei media”.
“Che si tratti di un uso sbagliato dell’intelligenza artificiale, di fake news o di cattivo giornalismo quella della disinformazione è una delle sfide più importanti che abbiamo davanti come professionisti e come cittadini – ha ribattuto Luigi Rancilio (Avvenire) –. L’unico modo per combatterla con efficacia è che ognuno faccia la propria parte, senza nascondere i propri limiti e i propri errori”.
L’incontro si è avvalso anche del contributo di Rai con la partecipazione dell’Ufficio Studi, coordinatore in azienda del progetto Italian Digital Media Observatory, cofinanziato dalla Commissione Europea, che prevede un osservatorio nazionale contro la disinformazione. Rai da sempre in prima linea nella lotta alle fake news, sta portando avanti questa battaglia anche attraverso numerose azioni di media literacy.
Al dibattito sono intervenuti: Antonio Parenti (Direttore Rappresentanza Commissione Europea in Italia), Carlo Corazza (Direttore dell’ufficio del Parlamento EU in Italia), Carlo Chianura (LUMSA), Gianni Riotta (LUISS), Derrick de Kerckhove (TuttiMedia/Polimi), Franco Siddi (TuttiMedia e CRTV), Agnese Pini (QN), Leonardo Panetta (Mediaset), Costanza Andreini (Meta), Claudia Mazzola (Rai), Isabella Splendore (FIEG), Andrea Cristallini(Google) – Maria Paz Jurado (Scholas Occurrentes), Luigi Rancilio (Avvenire), Adriano Addis (Press & Media EU), Maria Pia Rossignaud (TuttiMedia).
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