Esattamente 20 giorni fa, il Ministro della Salute della Repubblica Democratica del Congo ha dichiarato il ritorno di ebola. Per la nona volta negli ultimi 40 anni, il Paese è costretto ad affrontare nuovamente un’emergenza che già conta decine di morti. L’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato lo scorso 23 maggio, riporta i numeri […]
Esattamente 20 giorni fa, il Ministro della Salute della Repubblica Democratica del Congo ha dichiarato il ritorno di ebola. Per la nona volta negli ultimi 40 anni, il Paese è costretto ad affrontare nuovamente un’emergenza che già conta decine di morti. L’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato lo scorso 23 maggio, riporta i numeri del contagio: sono 58 i casi di ebola, (28 confermati, 21 probabili e 9 sospetti), inclusi i tre operatori sanitari contagiati dal virus, e 27 le morti già registrate. Sono tre le Regioni colpite: Bikoro (con 29 casi), Iboko (con 22 casi) e Wangata (con 7 casi).
I contatti registrati sono più di 600, pazienti che sono seguiti e monitorati dai medici e le autorità che stanno affrontando la crisi sul campo. Da segnalare, inoltre, il caso di tre pazienti affetti da ebola che hanno lasciato il centro dove erano curati e isolati per recarsi, insieme alle loro famiglie, in una chiesa di Mbandaka, una città di un milione di abitanti. Due di questi pazienti sono in seguito morti, mentre il terzo è riuscito a rientrare nel centro di cura. I medici temono, tuttavia, la rapida diffusione del virus per contagio. Non essendoci infatti una cura, l’isolamento è la strada principale per evitare che l’emergenza si trasformi in un’epidemia ancor più grave.
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L’ultima crisi ha però consentito una migliore preparazione di autorità e operatori sanitari, più consapevoli dei rischi e delle principali problematiche da affrontare nel corso dell’emergenza. E, in particolare, a differenza della scorsa epidemia, oggi sono disponibili i vaccini: sono 8640 le dosi già consegnate in Congo, a cui se ne dovrebbero aggiungere ulteriori 8mila nei prossimi giorni.
L’OMS sta lavorando a stretto contatto con il Ministero della Salute del Congo e della Guinea, Medici Senza Frontiere, l’Unicef e Gavi the Vaccine Alliance. Insieme, stanno vaccinando la popolazione più esposta al rischio di contagio. Inoltre, tra le priorità vi sono anche il rafforzamento della sorveglianza, il controllo e la prevenzione delle infezioni e il coordinamento delle diverse azioni. Tutte le organizzazioni coinvolte stanno aiutando il Ministero per rendere le comunità coinvolte più consapevoli dei rischi, insegnando loro a riconoscere i primi sintomi di ebola e cercare cure e trattamenti efficaci.
«Il rischio di diffusione è molto alto a livello nazionale – si legge nel bollettino – e alto a livello regionale. Nove paesi confinanti sono stati avvertiti dell’alta probabilità di contagio, e hanno rafforzato le procedure di controllo. Al momento il rischio di diffusione globale è considerato basso». Inoltre, l’OMS continua a sconsigliare qualunque restrizione a viaggi o al commercio internazionale da e per il Paese colpito. Ritenuta, tuttavia, di particolare importanza l’esecuzione di screening a coloro che lasciano il Paese.