Nei 5 mesi successivi alla morte di Robin Williams, avvenuta nel 2014, i ricercatori della Mailman School of Public Health della Columbia University hanno documentato un aumento del 10% dei suicidi negli Stati Uniti. E questo in particolare fra gli uomini di età compresa tra 30 e 44 anni. Fra gli eventi registrati, c’è stato […]
Nei 5 mesi successivi alla morte di Robin Williams, avvenuta nel 2014, i ricercatori della Mailman School of Public Health della Columbia University hanno documentato un aumento del 10% dei suicidi negli Stati Uniti. E questo in particolare fra gli uomini di età compresa tra 30 e 44 anni. Fra gli eventi registrati, c’è stato un aumento del 32% nei suicidi da soffocamento, lo stesso metodo utilizzato dal protagonista di ‘Mrs. Doubtfire’ e ‘L’attimo fuggente’ per togliersi la vita. I risultati sono riportati online sulla rivista Plos One.
«La nostra ricerca ha dimostrato che il numero di suicidi aumenta dopo che una celebrità di alto profilo come Williams sorprende l’opinione pubblica con un gesto estremo. Questo è il primo studio, a nostra conoscenza, che ha esaminato questo effetto», precisa l’epidemiologo David Fink. Secondo i ricercatori, fra agosto e dicembre 2014 erano attesi (sulla base delle statistiche standard precedenti) 16.449 suicidi, rispetto ai 18.690 riportati nel corso di questi mesi, successivi alla morte di Williams.
«Anche se non possiamo determinare con certezza che questi decessi siano attribuibili alla morte dell’amato attore, abbiamo riscontrato sia un rapido aumento dei suicidi nell’agosto 2014, che specificamente una progressione di suicidi per asfissia», ha osservato Fink. L’esperto evidenzia infine l’importanza dei social media come un nuovo ed emergente fattore di rischio, a causa del modo e della quantità di dettagli con cui le informazioni vengono diffuse dopo la morte di una celebrità. Ad esempio, nel caso del suicidio di Kurt Cobain nel 1994, ci fu un minimo cambiamento nei tassi di suicidio. «La morte di Williams potrebbe aver fornito lo stimolo necessario ai segmenti ad alto rischio della popolazione americana, in particolare gli uomini di mezza età, per passare dall’ideazione suicidaria al tentativo concreto» ha spiegato.
SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK