Come influirà l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti sulla sanità americana? Sia Hillary Clinton che Donald Trump hanno presentato le loro proposte per la sanità, ed entrambe prevedono un sostanziale superamento dell’Obamacare, ovvero la riforma che il Presidente uscente, Barack Obama, promulgò nell’ormai lontano 2010. La Clinton vorrebbe espandere la copertura assicurativa, migliorando il […]
Come influirà l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti sulla sanità americana? Sia Hillary Clinton che Donald Trump hanno presentato le loro proposte per la sanità, ed entrambe prevedono un sostanziale superamento dell’Obamacare, ovvero la riforma che il Presidente uscente, Barack Obama, promulgò nell’ormai lontano 2010.
La Clinton vorrebbe espandere la copertura assicurativa, migliorando il profit dell’Obamacare perché permetterebbe agli assicuratori di dividere i loro costi tra più persone e aumenterebbe i tassi dei premi. La candidata democratica vorrebbe proporre un tetto massimo sulla spesa sanitaria a carico dei cittadini che al momento supera del 5% gli introiti. Infine vorrebbe concedere a tutti gli americani al di sopra dei 55 anni di iscriversi al piano Medicare, anticipando quindi di 10 anni l’attuale età di idoneità.
Trump, invece, promette di sostituire l’Obamacare con una soluzione basata sul libero mercato per tutti gli americani, assicurati e non. In questo modo gli assicuratori potrebbero vendere polizze oltre i confini diventando più competitivi. Ogni cittadino potrebbe aprire un libretto di risparmi per la salute, esente da tasse. Infine il repubblicano intende sostituire il sistema di finanziamento federale del Medicaid da una ripartizione dei costi pubblici ad un sistema di finanziamento a fondo perso.
Secondo uno studio rilasciato dall’ente RAND insieme al Commonwealth Fund, il piano della Clinton estenderebbe la copertura a circa 10 milioni di persone e costerebbe al governo 90 miliardi di dollari nel 2018, con una diminuzione delle spese a carico del cittadino. Con Trump, invece, circa 25 milioni di persone perderebbero la loro copertura assicurativa e il governo federale potrebbe perdere fino a 40 miliardi di dollari nel 2018.