Sanità 30 Maggio 2017 12:06

Elezioni britanniche: a confronto conservatori e riformisti su sanità

Il prossimo 8 giugno i britannici sono chiamati a votare alle elezioni generali, volute in anticipo dalla premier Theresa May. Snodo fondamentale in chiave Brexit e per il futuro dell’Europa, i due partiti principali, Labour e Tory, hanno presentato i loro programmi elettorali. Il Guardian offre interessanti spunti di riflessione sulle proposte di riforma avanzate […]

Il prossimo 8 giugno i britannici sono chiamati a votare alle elezioni generali, volute in anticipo dalla premier Theresa May. Snodo fondamentale in chiave Brexit e per il futuro dell’Europa, i due partiti principali, Labour e Tory, hanno presentato i loro programmi elettorali. Il Guardian offre interessanti spunti di riflessione sulle proposte di riforma avanzate sul National Health System (NHS), mettendo a confronto gli intenti di conservatori e riformisti.

Entrambi i partiti promettono di aumentare i fondi per il sistema sanitario, senza tuttavia specificare in modo preciso da dove prendere i soldi. Nel dettaglio, i conservatori promettono un aumento dei finanziamenti per l’NHS di 8 miliardi di sterline entro il 2022, che porti al programma di investimenti per strutture e tecnologia più ambizioso di sempre, anche se difficilmente attuabile, secondo il Guardian.

Dal canto loro i laburisti promettono di aumentare i finanziamenti destinati al sistema sanitario nazionale di 6 miliardi l’anno, da prelevare tramite nuove tasse a coloro che nel paese hanno un reddito più alto. Ma se per i conservatori il programma di 22 miliardi di tagli agli ospedali dovrà continuare, per il partito dei Labour dovrà essere immediatamente fermato e rivisto, riversando inoltre il processo di privatizzazione del sistema sanitario.

Il Guardian commenta come entrambi i programmi porterebbero a buchi di bilancio significativi entro il 2020-2021: 7 miliardi di sterline se venisse attuato il programma dei Labour e 12 miliardi in caso di vittoria dei Tories. Tories che, poi, promettono l’esenzione del pagamento delle cure a tutti coloro che abbiano un reddito inferiore a 100mila sterline; l’assunzione di 10mila professionisti per incrementare la salute mentale, da introdurre nel primo soccorso e nei programmi di formazione di circa un milione di persone.

Introducendo questi temi, commenta il Guardian, i conservatori hanno ammesso l’esistenza di una serie di problemi nella legislazione sanitaria attuale, che ha portato Theresa May a superare l’iniziale intenzione di non riaprire il tema della riforma del NHS in questa campagna elettorale, centrale invece nella campagna referendaria per la Brexit, ma al contrario di cercare voti promettendo diversi benefici dal taglio dei costi e dalla semplificazione dell’accesso ai servizi.

Il manifesto elettorale del partito dei Labour prevede invece la garanzia dell’accesso a cure e trattamenti entro 18 settimane, cancellando un milione di persone dalle liste d’attesa, mentre le cure di emergenza saranno garantite entro 4 ore. 250 milioni di sterline l’anno finanzieranno la sanità pediatrica e, infine, le aggressioni al personale ospedaliero verranno configurate come reato penale.

In ogni caso, conclude il Guardian, questo dibattito ha permesso di sottolineare la necessità di incrementare il problema dei finanziamenti all’assistenza sociale, i problemi che impediscono il miglioramento del sistema e porre l’attenzione sulla necessità di investire sull’accesso alle cure per la salute mentale.

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