Dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ai suoi vice David Sassoli e Fabio Massimo Castaldo, fino al nuovo volto della Lega, l’economista Antonio Maria Rinaldi: le ricette in campo sui principali temi del mondo medico emerse nel confronto promosso da Consulcesi. Diverse le proposte ma i candidati sembrano uniti nella battaglia sui diritti negati ai medici ex specializzandi
Conto alla rovescia per il rinnovo delle istituzioni europee, le elezioni in programma per il prossimo 26 maggio segnano oggi più che in altre occasioni un passaggio decisivo per il futuro dell’Unione Europea.
Nei programmi di ogni schieramento politico non manca un capitolo dedicato alla sanità. Tema principe il riscatto dei medici ex specializzandi dal 1978 al 2006 che non hanno ricevuto la giusta remunerazione; ma anche maggiori investimenti per l’aggiornamento professionale dei camici bianchi e innovazione tecnologica. Il gruppo Consulcesi ha promosso un confronto con David Sassoli (Pd), Antonio Tajani (Forza Italia), Antonio Maria Rinaldi (Lega) e Fabio Massimo Castaldo (M5S). Ecco cosa pensano i candidati intervistati da Sanità Informazione.
EX SPECIALIZZANDI
La chiamano “generazione dei diritti negati”, si tratta dei medici ex specializzandi dal 1978 al 2006 che non hanno ricevuto la giusta remunerazione. Lo Stato italiano ha già sborsato centinaia di milioni di euro in rimborsi. «Una montagna di soldi», spiega il vicepresidente del Parlamento Europeo, David Sassoli che punta il dito sul disinteresse generale. «Invece il problema è molto serio e molto sentito. Noi avremmo bisogno in qualche modo di aumentare le possibilità di andare in mediazione senza ingolfare i tribunali, senza mettere in pratica dei meccanismi che durano anni e che non trovano nessuna soluzione o che trovano delle soluzioni addirittura sbagliate. Questo è un diritto che dev’essere riconosciuto, il tema della mediazione giuridica credo che sia l’unico che possa consentire giustizia».
«Lo Stato deve sempre dare il buon esempio», precisa Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. «Non può pretendere che i cittadini paghino le tasse e poi quando lui dev’essere pagatore non fa il suo dovere. Non si tratta soltanto di un diritto negato, si tratta anche di un principio morale. Se si vuole che in Italia si abbatta l’evasione, certamente bisogna ridurre la pressione fiscale, anche lo Stato deve dare il buon esempio». Secondo il presidente Tajani una soluzione potrebbe arrivare da un accordo transattivo: «Si possono fare transazioni e compensazioni che è un altro sistema per agevolare la posizione dello Stato, se si può decurtare dalla cartella delle tasse ciò che si deve avere dallo Stato, un modo per agevolare il rapporto».
«È fondamentale che il Parlamento Europeo si faccia carico di fare le dovute pressioni nei confronti del legislatore e dell’esecutivo italiano – fa eco Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento europeo – affinché si dia finalmente piena applicazione a diritti che sono sanciti in modo inequivocabile da parte di direttive europee che sono, ahimè, da troppi decenni disapplicate». L’obiettivo è restituire piena dignità e pieni diritti ai nostri camici bianchi: «Credo da questo punto di vista che una buona soluzione, intelligente, potrebbe essere la proposta di un accordo transattivo che – spiega Castaldo – possa finalmente chiudere questa annosa questione dando certezza del diritto e dando pieno godimento di quelli che sono semplicemente diritti maturati in base alla normativa europea».
Battagliero anche il professor Antonio Maria Rinaldi, candidato all’europarlamento per la Lega: «Il problema non è l’Europa – spiega l’economista in merito agli ex specializzandi ingiustamente penalizzati – ma il fatto che l’Italia non ha mai avuto l’autorevolezza per chiedere delle cose normali e di cui abbiamo il pieno diritto. Non possiamo lamentarci con le istituzioni europee, ma con noi stessi».
ECM/FORMAZIONE CONTINUA
Altro tema al centro del dibattito politico è la formazione continua, argomento salito alle cronache dopo il “caso Aosta”, la sentenza della Commissione Albo Odontoiatri di Aosta che per la prima volta ha sanzionato un medico non in regola con il percorso formativo. Per il portavoce del Movimento 5 Stelle Castaldo: «È fondamentale, non si può pensare che chi si è laureato 20-25 anni fa continui ad operare e ad agire seguendo le stesse tecniche con le quali si era formato al momento dei propri studi universitari. È fondamentale quindi continuare a interagire con il mondo della ricerca, con il mondo della formazione, affinché le migliori tecniche, le best practice attuali siano costantemente alla portata di chi opera quotidianamente in campo sanitario».
Il vicepresidente Sassoli ricorda inoltre il punto di vista dei pazienti: «Avere medici che in qualche modo si attrezzano rispetto alla loro formazione, a quello che accade. Questo è molto importante per loro e per i pazienti. Dobbiamo incentivare. Abbiamo una dispersione da parte di tanti medici, cerchiamo degli strumenti per incentivarla». Una possibile soluzione? «La possibilità di avere dei punteggi per partecipare a dei concorsi, ci sono tanti modi per dare dei premi a chi in realtà si attrezza meglio per svolgere la propria professione. Questo naturalmente dobbiamo incentivarlo».
Incentivare l’ECM, l’educazione continua in medicina, attraverso premialità che possono essere garantite dai finanziamenti del pacchetto Horizon 2020. «Ci sono 80 miliardi», spiega Tajani. «Nel nuovo pacchetto del bilancio comunitario 2021-2027 il Parlamento europeo ha proposto di aumentare a 120 miliardi tutto il pacchetto per innovazione e ricerca e credo che l’aspetto formazione di innovazione e ricerca possa essere anche in qualche modo finanziato o essere parte di progetti comunitari. In Italia, ad esempio, si potrebbe favorire nelle carriere coloro che hanno fatto corsi di formazione, perché questo permette loro di applicare i risultati dell’innovazione e della ricerca».
«Fermo restando il fatto che la professionalità dei medici italiani non ha assolutamente nulla da invidiare agli altri colleghi europei», precisa il leghista Antonio Maria Rinaldi. «Il livello professionale non è alto ma altissimo. Tuttavia, per poter mantenere questa posizione è necessario fare di più. C’è la possibilità a livello europeo di avere dei fondi. Un tema molto sottovalutato in Italia».
BLOCKCHAIN
Infine, l’innovazione tecnologia e in particolare il sistema Blockchain. «Il Parlamento europeo è intervenuto su questo, – ci ricorda il suo vicepresidente, David Sassoli – adesso la palla passa ai governi. Abbiamo bisogno di opinioni pubbliche che spingano i governi a tirare fuori dai cassetti le decisioni del Parlamento europeo e a svilupparli. Credo che questo sia un tema molto europeo».
«I nuovi orizzonti che potrà dare la tecnica utilizzata dalla Blockchain – precisa l’economista Rinaldi – saranno estremamente importanti anche nel campo sanitario. Basti pensare che ogni transazione, ogni passaggio ha una tracciatura non corruttibile. Quindi, tanto per fare una battuta, fra diecimila anni chi andrà a verificare che cosa è successo ad esempio oggi, potrà farlo. Questo significa avere una trasparenza per quanto riguarda i dati e anche un’enorme tutela della privacy. Però, affinché questo avvenga, è necessario che ci sia una normativa armonizzata con tutti quanti i Paesi dell’Unione europea».
«Due norme importanti che garantiscono e valorizzano il prodotto italiano, combattono contro le fake news e contro la concorrenza sleale, sono le norme su blockchain e su copyright», conclude il presidente Tajani. «Se vogliamo politiche della crescita bisogna agire così e senza politiche della crescita non si risolve il problema principale che noi abbiamo, quello di dare lavoro a tutti. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è una emergenza non solo economica ma anche morale perché senza lavoro non c’è né libertà né dignità e se noi aiutiamo le imprese a creare lavoro costruiamo una Italia e una Europa più libera».