Il presidente dell’Associazione Italiana Odontoiatri Fausto Fiorile spiega: «Pensiamo a un credito d’imposta legato al reddito: maggiore è il reddito del cittadino minore dovrebbe essere la percentuale di detraibilità da concedere attraverso il credito d’imposta». AIO ribadisce la sua contrarietà alle società di capitali in cui la governance non sia riconducibile a odontoiatri
Per garantire cure di qualità serve continuare a puntare sull’attuale modello di studi odontoiatrici. Ne è convinto il presidente dell’Associazione Italiana Odontoiatri Fausto Fiorile, che a Sanità Informazione illustra alcune delle priorità della categoria che AIO ha sottoposto a tutti i partiti politici.
Sebbene la sanità sia stato piuttosto marginale in questa campagna elettorale, il problema dell’accesso alle cure odontoiatriche resta un tema molto sentito su cui da anni si interrogano le forze politiche. La soluzione per Fiorile è quella di detrazioni sempre più consistenti, una sorta di ‘bonus’ che vada a incentivare la salute odontoiatrica.
«Oggi le detrazioni sono al 19%, un livello insufficiente – spiega Fiorile -. Serve una politica di bonus, da modulare in base al reddito, per aiutare le persone a sostenere le spese odontoiatriche. Occorre un aumento della percentuale di detraibilità fiscale sui costi sostenuti dalle famiglie. Si può pensare a una detraibilità anche oltre il 50% della spesa sostenuta negli studi privati dei dentisti attraverso l’attivazione di un credito d’imposta da calibrare in modo inversamente proporzionale al reddito del singolo. Maggiore è il reddito del cittadino minore dovrebbe essere la percentuale di detraibilità da concedere attraverso il credito d’imposta».
Un investimento in salute che va accompagnato da una politica che garantisca la qualità delle cure. Un tema molto sentito da AIO che infatti contesta da un lato l’imposizione di tariffe sempre più basse, «che spinge anche la qualità delle cure verso il basso» ricorda Fiorile, che in riferimento all’aumento dei costi dell’energia spiega: «Non siamo delle fabbriche, ma sicuramente l’aumento dei costi dell’energia sta iniziando a pesare sugli studi odontoiatrici, quanto meno sta riducendo il margine di guadagno degli odontoiatri».
C’è, poi, il tema delle società di capitale in cui la governance non sia riconducibile agli Odontoiatri che, per Fiorile, non garantiscono una adeguata qualità delle cure introducendo una logica commerciale che di fatto, inquina il rapporto medico-paziente tipico degli studi tradizionali: «Anche per questo noi siamo contrari alle disposizioni di legge che favoriscono la creazione di veri e propri “accordi diretti” tra società finanziarie, banche, Compagnie di Assicurazione che gestiscono il welfare delle aziende ed alcuni studi molto spesso rappresentati da catene odontoiatriche, che a prezzi sempre più bassi promettono di offrire cure odontoiatriche ai lavoratori che noi abbiamo da sempre evidenziato essere troppo ridotte rispetto alle necessità vere dei pazienti».
Per Fiorile è centrale il tema della qualità delle cure che non sempre questi accordi garantiscono: «Il problema che da sempre AIO solleva è che questa tipologia di accordi non consente ai pazienti di poter scegliere il proprio dentista di fiducia impedendo quindi il mantenimento nel tempo di quel rapporto di fiducia e continuità nelle cure estremamente importante per la qualità delle terapie».
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