Ottimi collegamenti per stazioni ferroviarie ed aeroporti, spazi ampi e scuole internazionali per i figli dei funzionari: all’Ema piace Milano. Il G7 ha consentito anche la valutazione delle infrastrutture milanesi a pochi giorni dalla decisione sul trasloco della sede dell’Agenzia Europea del Farmaco
Si è avuto modo di parlare anche dell’Ema in occasione del G7 Salute di Milano. L’Agenzia Europea del Farmaco infatti dopo la Brexit deve lasciare la roccaforte di Londra e Milano è tra le diciannove città europee candidate ad ospitarne la nuova sede. «Non mi occupo di Milano ma dell’Ema, e per me è importante che l’Agenzia vada in un posto con le caratteristiche che abbiamo espresso e che ci permetta di lavorare per il bene di 500 milioni di europei», è la richiesta espressa al G7 da Guido Rasi, il Direttore dell’Ema. La sede proposta è il grattacielo Pirelli, comunemente definito “Pirellone”, descritto da Lara Comi, Vicepresidente del gruppo Ppe al Parlamento Europeo, come «una sede prestigiosa, già esistente e operativa».
«All’Ema interessa l’infrastruttura – ha precisato Rasi -. I nostri dipendenti desiderano andare a vivere in una città dove c’è una buona infrastruttura». Milano e il suo Pirellone sembrano avere tutte le carte in regola su questo: il grattacielo è contraddistinto da spazi ampi e luminosi, vicino alla stazione centrale e in pieno centro. Attualmente, tra le sedi proposte, è quella che ha suscitato più adesioni per il trasloco dell’agenzia. Infatti dalle valutazioni dell’Authority il Pirellone rende agevoli gli spostamenti per treni ed aerei, senza contare la disponibilità di scuole internazionali ed europee circostanti utili per i figli dei funzionari. L’accesso alle cure mediche e all’assistenza sanitaria è stato valutato ‘idoneo’ alle esigenze richieste e i locali predisposti per ospitare gli uffici possiedono tutte le caratteristiche richieste. Unico elemento a sfavore della città lombarda, una rete di telecomunicazione non del tutto adeguata alle richieste di velocità e capacità.
«I milanesi possono essere ottimisti, ciascuno ha il diritto di essere ottimista. Io sono ottimista che l’Ema vada in una delle sedi dove possiamo operare. Se Milano sia fra queste non spetta a me dirlo. Non tutte le sedi hanno queste caratteristiche: ci sono sedi che noi riteniamo non avere ancora un ambiente adatto un’attività così complessa come quella dell’Ema», ha evidenziato Rasi. Il verdetto che renderà nota la sede prescelta arriverà con il voto dei Ministri degli esteri dell’Unione il 20 novembre, insieme al responso sulla nuova sede dell’Eba, l’Autorità Bancaria Europea.
PERCHÉ MILANO VUOLE L’EMA?
Il capoluogo meneghino vuole vincere la sfida Ema a tutti i costi per una questione di prestigio, guadagno e nondimeno coerenza: Milano sta costruendo una serie di progetti che andranno tutti sotto il cappello ‘salute’. Infatti mattone dopo mattone sta cominciando a prendere forma la Città della Salute che sorgerà nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Inoltre nell’area Expo nasceranno dei centri di ricerca all’avanguardia che incideranno sul tessuto urbano e sull’assetto economico e politico della città. Dunque avere nel cuore della metropoli la sede dell’agenzia Europea del Farmaco, significherebbe diventare un punto di riferimento sanitario sia a livello politico-burocratico che istituzionale. Inoltre, considerando che il quartier generale delle agenzie europee è Bruxelles, che ne conta nove, subito prima della Spagna che ne ospita cinque e della Francia quattro, l’Italia vuole non essere da meno e con l’Ema arriverebbe ad accoglierne tre. Infatti attualmente a Parma risiede l’Agenzia per la sicurezza alimentare mentre a Torino ha luogo la Fondazione europea per la formazione. Oltre a questo, ospitare un colosso che fattura 300 milioni di euro l’anno porterebbe degli innegabili vantaggi economici: basti pensare ai congressi e ai meeting nazionali ed internazionali che potrebbe ospitare Milano. Insomma, un circuito redditizio dal quale la città otterrebbe più di un vantaggio.
LE RIVALI PIÙ PERICOLOSE
Attualmente le città più agguerrite per l’Ema, oltre a Milano, sono Zagabria, Bratislava, Bucarest e Sofia (come riporta formiche.net ): infatti in Croazia, Slovacchia, Romania e Bulgaria non risiede alcuna sede della burocrazia comunitaria; tuttavia queste location non ottengono il benestare dei funzionari Ema che per adesso hanno respinto le alternative. Amsterdam e Barcellona invece sembrerebbero aver ottenuto il plauso dei dirigenti, eppure la città olandese non ha una sede adeguata alle richieste, mentre la città catalana, con le richieste di autonomia avanzate dalla Catalogna, è attualmente in una situazione di equilibrio precario poco incline ad ospitare il colosso farmaceutico.
TUTTE LE VOCI
«La buona notizia è che siamo in pole position» ha dichiarato alla Dire il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, riferendosi all’Agenzia Europea del Farmaco. «Milano è tra le prime 5 città candidate» ha precisato il Ministro. Parere positivo anche per Beatrice Covassi, capo della rappresentanza della Commissione europea in Italia che su Affariitaliani.it ha dichiarato: «L’Italia si presenta con le carte in regola per l’Ema. L’impressione è che questa volta si sia fatto sistema – ha aggiunto Covassi -, che tutti gli attori coinvolti abbiano saputo lavorare insieme per fare fronte comune. Da italiana dico che se si facesse più spesso così le cose andrebbero meglio». «Milano è una candidatura tra le più competitive», ha detto al Sole24ore il Sottosegretario agli affari Europei Sandro Gozi, precisando che la gara è «molto difficile». Inoltre il Ministro degli Esteri greco Georgios Katrougalos ha assicurato che Atene è pronta a votare Milano. Sembrerebbero concordi con la Grecia anche Spagna e Francia a cui potrebbero aggiungersi Malta e le Repubbliche Balcaniche. Anche il Governatore della Regione Lombardia si è espresso sul tema, sottolineando come «Milano e l’Italia siano pronti a diventare un punto di riferimento. La scelta di Milano come sede dell’Agenzia europea del farmaco rappresenterebbe un coronamento per la città». Dello stesso parere il sindaco Giuseppe Sala: «Milano è pronta, e saremo lieti di dare il benvenuto all’Ema e a tutto il suo staff in città».