Sanità 26 Marzo 2019 13:17

Estetica oncologica, al Policlinico San Matteo di Pavia l’evento “Aver cura di sé per aver cura degli altri”

Giovedì 28 marzo 2019 alle ore 11.00, presso l’atrio d’ingresso del Day Hospital del Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico San Matteo di Pavia ci sarà l’evento “Aver cura di sé per aver cura degli altri. L’estetica oncologica come strumento di supporto psicosociale per pazienti e genitori”. L’evento nasce nell’ambito del Programma Internazionale per l’Oncologia […]

Giovedì 28 marzo 2019 alle ore 11.00, presso l’atrio d’ingresso del Day Hospital del Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico San Matteo di Pavia ci sarà l’evento “Aver cura di sé per aver cura degli altri. L’estetica oncologica come strumento di supporto psicosociale per pazienti e genitori”. L’evento nasce nell’ambito del Programma Internazionale per l’Oncologia Pediatrica di Soleterre Onlus in Italia. Madrina dell’iniziativa sarà NATASHA STEFANENKO. .

Marzo è il mese della qualità della vita dei pazienti che lottano contro il cancro. Non riguarda solo la cura medica in senso stretto, ma tutto quello che può aiutare ogni uomo e donna in terapia oncologica a mantenere, per quanto possibile, il proprio stile e qualità di vita a livello personale, familiare e sociale.

Si basa su questo il progetto “QUALITY OF LIFE” di cui APEO (l’Associazione Professionale di Estetica Oncologica, nata nel 2013) è promotore, con cui SOLETERRE ha avviato una collaborazione all’inizio del mese di marzo aderendo al progetto.

Il 28 marzo interverranno: Carlo Nicora (Direzione Generale Policlinico San Matteo); Valentina Valfrè (Responsabile Area Programmi di Fondazione Soleterre); Carolina Ambra Redaelli (Presidente APEO); Gabriele Brunelli (Direttore Artistico de La Truccheria MAKE UP FOR EVER Italia); Marco Zecca (Primario Oncoematologia Pediatrica Policlinico San Matteo). Madrina dell’evento è Natasha Stefanenko (Testimonial di Soleterre).

Solterre Onlus intende assicurare la presenza di una professionista di estetica oncologica con certificazione APEO in reparto per dieci appuntamenti distribuiti nel corso dell’anno, al duplice scopo di offrire trattamenti di bellezza e benessere alle mamme presenti in reparto, offrendo loro momenti di svago e condivisione, e di informare sulle pratiche da seguire ed evitare nell’igiene quotidiana dei propri figli.

A ciò va aggiunto l’impatto che l’intervento di estetica “pura” può avere nel migliorare la qualità della vita delle mamme dei pazienti, che formano una vera e propria comunità all’interno del reparto, dati i lunghi tempi di ospedalizzazione. Verrà installata all’interno dell’atrio una struttura polifunzionale che permetta di creare uno spazio protetto per i trattamenti bellezza e benessere.

“Nello sviluppo del bambino e dell’adolescente le esperienze istintuali e corporee sono fondamentali dal punto di vista dell’elaborazione immaginativa. Specie durante la malattia, – sottolinea Damiano Rizzi, Presidente di Fondazione Soleterre e Psicologo clinico – risulta essenziale l’acquisizione e il sicuro mantenimento di uno stadio di continuità della propria immagine corporea. Come possiamo facilmente intuire, questa è minata dalle pratiche invasive delle terapie. Crediamo che le pratiche di estetica oncologica possano alimentare, dal punto di vista esterno e interno all’individuo, un processo di cura e mantenimento di elementi costitutivi l’identità personale”.

“Per sconfiggere il cancro è necessario partire dalle piccole cose di tutti i giorni, quelle che, a volte, diamo per scontate, soprattutto noi donne: ritagliarsi dei momenti che ci aiutino a combattere lo stress, ma anche a rafforzare la nostra autostima – commenta Valentina Valfrè, Responsabile Area Programmi di Fondazione Soleterre –  È quello che ci succede quando andiamo dall’estetista: alla fine della seduta ci sentiamo più belle, e ci sembra che la vita sia più “leggera”. Per un’adolescente, così come per la mamma che dedica tutta la sua giornata ad assistere la figlia o il figlio malato, l’estetica oncologica diventa uno strumento fondamentale per ritrovare la propria femminilità e la voglia di stare in mezzo agli altri, affrontando la malattia con positività, anche in un reparto ospedaliero”.

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