Con il semestre a guida italiana la sanità può diventare protagonista
Con le urne chiuse solo da poche ore, si è appena delineato il quadro che definisce la nuova composizione del prossimo Parlamento europeo.
Va dunque ad assumere una forma definita l’organo che sarà chiamato a prendere decisioni cruciali, sovranazionali, vincolanti per i singoli Stati dell’Unione, in un momento di forti cambiamenti in tutti i settori: da quello economico, a quello sociale, a quello sanitario.
Si tratta di una grande opportunità in particolar modo per il nostro Paese. La nuova legislatura europea si aprirà infatti con il semestre della presidenza italiana del Consiglio: conclusa la tornata elettorale – che ha comunque legittimato e rafforzato il Governo – non vanno quindi analizzati solo i risultati dei singoli partiti ed i risvolti politici, ma soprattutto in che modo si potrà far contare e pesare quel ruolo di primo piano che si avrà in questa delicata fase di start up.
Anche nel campo della Sanità sembrano esserci interessanti margini di manovra. Il Ministero della Salute ha già avviato da tempo un programma capace di “sconfinare”. Nonostante la spending review interna, la ricerca scientifica e le innovazioni sono riusciti a mantenere un ruolo di primo piano. Sono considerati delle vere e proprie leve per rendere più sostenibile il Sistema Sanitario Italiano e aumentare la qualità dei servizi. Un percorso che stanno inseguendo molti Paesi della UE e che in Europa potrebbe trovare la naturale “incubatrice” dove crescere, perfezionarsi e diventare quell’autentica svolta, alla quale da tempo si punta.
Il Ssn tricolore può diventare uno dei temi principali dell’agenda della Comunità Europea e, proprio attraverso un processo di internalizzazione della questione, può scrollarsi di dosso i suoi problemi ormai atavici: dagli sprechi alla digitalizzazione che rappresenta la sfida più importante da vincere. L’Italia è nei primissimi posti nell’utilizzo ma anche nell’esportazione di device e nuove tecnologie. Al contempo però, paradossalmente, non si riesce a tamponare l’emorragia di camici bianchi verso l’estero. Nella nuova Europa uscita fuori dalle urne può concretizzarsi quel decisivo salto di qualità: non è una questione politica, ma di mentalità.
L’Italia la sta, seppur lentamente, cambiando. In un contesto internazionale, sulla spinta delle innovazioni, può arrivare quell’accelerata decisiva per mettere in moto una Sanità che dia risposte ai cittadini, sia all’avanguardia e pure più europea.