Sanità 3 Giugno 2019 13:17

Firenze, l’immaginazione guidata al Meyer riduce ansia e stress nei bambini

Le tecniche di immaginazione guidata aiutano, nei bambini, a diminuire l’ansia pre e post operatoria. È quanto dimostra uno studio dell’ospedale pediatrico fiorentino delle psicologhe del servizio di Psicologia dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze in collaborazione con il Servizio di Terapia del dolore e Cure Palliative e da poco pubblicato su “European Journal of Pediatrics”.

Lo studio

Come si legge sul sito dell’ospedale, lo studio ha paragonato le reazioni di 30 bambini tra 6 e i 12 anni che hanno utilizzato questa tecnica di rilassamento prima dell’anestesia generale con quelle di altrettanti bambini che hanno seguito il protocollo standard.

Il risultato?

L’ansia preoperatoria provata dai bambini, così come il dolore post-operatorio erano ridotti di circa la metà.

Come funziona la guided imagery

«L’immaginazione guidata (o “guided imagery”) è una tecnica non farmacologica di rilassamento che viene impiegata con bambini e adolescenti (ma anche con gli adulti) per coinvolgerli attivamente e farli sentire capaci di poter affrontare situazioni di distress che possono comportare ansia e dolore» spiega Laura Vagnoli, coordinatrice dello studio.

Il “posto preferito”

In particolare, al Meyer, da tempo, si utilizza l’imagery per ridurre ansia e dolore nei bambini in situazioni di particolare stress: «Utilizziamo spesso la tecnica della visualizzazione del “posto preferito” – continua la dottoressa –  Il bambino viene fatto rilassare, a occhi chiusi, e concentrare sul respiro. Fatto questo lo si guida a immaginare un posto segreto, che può essere un luogo che conosce e dove desidererebbe essere oppure un posto inventato e lentamente lo si porta ad esplorarlo» spiega la psicologa del Meyer.

 I vantaggi dell’imagery

«Il nostro studio ne ha confermato l’efficacia. Oltre a questo, si tratta di uno strumento duttile, che i bambini possono imparare a padroneggiare rapidamente e poi utilizzare anche in contesti extra-ospedalieri, come ad esempio nelle attività sportive o per rilassarsi prima di una “semplice” interrogazione – spiega Laura Vagnoli – . Non solo: tutti possono imparare questa tecnica, dopo una formazione specifica, e quindi anche il personale medico-infermieristico può metterla in pratica prima degli interventi chirurgici o procedure che possono provocare distress».

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