Incassata la prima sigla per il rinnovo dei contratti della PA: per 250mila dipendenti sono in arrivo moltissime novità tra cui tutele sanitarie aggiuntive. Si tratta di un risultato storico perché il contratto sarà alla base delle trattative per un ventaglio ampio di categorie di impiegati statali
Incassata la prima sigla per il rinnovo dei contratti della PA: per 250mila dipendenti sono in arrivo moltissime novità tra cui tutele sanitarie aggiuntive. Si tratta di un risultato storico perché il contratto sarà alla base delle trattative per un ventaglio ampio di categorie di impiegati statali: istruzione, sanità, sicurezza e enti locali.
AUMENTI STIPENDI
Aumenti da 63 a 117 euro mensili lordi a regime da marzo 2018. A questi incrementi occorre aggiungere l’assegno per i livelli più bassi, che oscilla tra i 21 e 25 euro (valido per dieci mensilità) e un plus per le amministrazioni più ‘ricche’ da caricare sul salario accessorio. La tranche di aumenti per il 2018 scatterà da marzo.
POLIZZE SANITARIE
Previste per gli statali anche polizze sanitarie integrative, insieme a iniziative di sostegno al reddito della famiglia, supporto all’istruzione e promozione del merito dei figli.
ORARI
Per la prima volta nel pubblico impiego si parlerà di elasticità di orario, con l’introduzione di flessibilità per le entrate in ritardo e le uscite in anticipo. Per quanto riguarda i permessi giornalieri viene concessa la possibilità di usufruirne ad ore.
SANZIONI PER ABUSI
In caso di molestie sul posto di lavoro (sessuali, mobbing e altre tipologie) scatta la sospensione di 6 mesi dai locali lavorativi e in casi più gravi si può arrivare al licenziamento.
DIALOGO CON I SINDACATI
Con la firma del contratto si cercherà di rafforzare il dialogo tra l’amministrazione e i sindacati, almeno queste le intenzioni. «Un risultato storico. Un contratto che da più diritti e archivia la legge brunetta» ha dichiarato con soddisfazione a Quotidiano Sanità la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. «Dopo oltre nove anni finalmente restituiamo un contratto nazionale ai lavoratori pubblici, il primo che sottoscriviamo è quello delle Funzioni Centrali che riguarda i lavoratori dei ministeri, delle agenzie e degli enti pubblici non economici. Norme di civiltà sono quelle che estendono i diritti civili e introducono tutele per lo stress lavoro correlato e i fenomeni di burn out. Mantenute le tutele previgenti a partire dall’articolo 18 e l’orario di lavoro a 36 ore e ridotta la precarietà. Più poteri vengono riconosciuti alla contrattazione, soprattutto di posto di lavoro, sulla scia di quanto definito nell’accordo del 30 novembre e ci sottraiamo al ricatto degli atti unilaterali ridando la titolarità alla contrattazione. Cambiano i sistemi di valutazione, scompaiono le fasce brunettiane, si amplia la partecipazione sindacale».