Sanità 27 Aprile 2023 11:10

Fondazione Consulcesi: pronti a partire per una nuova “Missione Eritrea”

Dal 4 al 14 maggio il dottor Carluccini torna in Eritrea per sostenere lo sviluppo sanitario e la formazione dei medici locali in materia di patologie urologiche

Fondazione Consulcesi: pronti a partire per una nuova “Missione Eritrea”

Sostenere la cura e il trattamento di patologie urologiche potenzialmente gravi e particolarmente diffuse tra la popolazione del Paese africano attraverso la formazione di medici e operatori locali, oltre che con visite specialistiche e interventi chirurgici. È questo il macro obiettivo della nuova missione pronta a partire a maggio grazie al sostegno della Fondazione Consulcesi e parte del Progetto Eritrea, uno dei più importanti impegni che il Gruppo porta avanti da ormai 15 anni nell’Area di Azione del Sostegno Sanitario.

«Calcolosi e stenosi dell’uretra, ma anche tumori del tratto urinario sono particolarmente diffusi in Eritrea», racconta il dottor Arturo Carluccini, l’urologo che dal 4 al 14 maggio sarà, per la sua terza missione, presso l’Orotta Hospital di Asmara (Eritrea) per proseguire il programma “Urologia” attivato in passato grazie all’impegno del professor Salvatore Galanti, «urologo dalla altissime capacità professionali e umane», come lo ricorda anche in questa occasione Carluccini, scomparso nel 2020.

Come spiega ancora l’urologo romano che con «immenso orgoglio e gioia» ha ereditato il Progetto, le calcolosi renali se non trattate adeguatamente possono portare a gravi conseguenze, come insufficienza renale e infezioni potenzialmente mortali.

«In Eritrea questa ed altre patologie urologiche risultano particolarmente elevate a causa di una forte componente genetica, ma anche a seguito di una pesante disidratazione, legata alle difficoltà tristemente note nel reperimento di acqua potabile e al clima secco, che inibisce il senso di sete e la sudorazione, portando di conseguenza la popolazione a bere meno».

In questo contesto, la missione di maggio 2023, grazie anche alla partecipazione del tecnico della Dornier che permetterà di risolvere i problemi tecnici relativi al litotritore, al momento fuori uso, vedrà il trattamento delle patologie urologiche attraverso interventi di chirurgia urologica tradizionale e l’implementazione della tecnica del laser urologico e della litotrissia extracorporea, oltre a visite urologiche ed ecografie.

Ma «uno degli aspetti cardine della missione e che sta a tutti particolarmente a cuore è la formazione degli infermieri, dei paramedici e degli specializzandi di chirurgia – aggiunge Carluccini – è su questi professionisti, brillanti ma mancanti delle conoscenze, come della pratica e della strumentazione adeguata infatti, che poggia la cura e il non meno fondamentale follow-up delle patologie urologiche».

«Missione dopo missione, abbiamo trovato sempre ottimi professionisti che lavorano a tamburo battente, volenterosi di imparare, in grado di apprendere sorprendentemente subito e con una buona manualità», continua Carluccini.

«L’auspicio è di poter contribuire sempre di più al miglioramento del Sistema sanitario e della qualità della vita delle popolazione eritrea attraverso le risorse e la formazione necessarie a questi ottimi professionisti della salute», conclude l’urologo.

La nuova Missione in ambito urologico va ad arricchire ulteriormente il Progetto Eritrea, programma ad oggi completo in ambito urologico, pediatrico e nefrologico-interventista, nell’ambito della terapia dialitica, per la cura sia dei casi di insufficienza renale acuta, sia dei pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) in fase terminale.

Grazie allo sviluppo dei sistemi sanitari e della formazione di medici e operatori locali in Eritrea nell’ambito della terapia dialitica, gli Ospedali di Orotta e Sembel sono diventati il punto di riferimento nel Paese in termini di terapia e formazione, con un livello tecnologico e di professionalità “italiani”, cioè al pari di qualsiasi altro Paese industrializzato.

L’ambizione di Missione Eritrea 2023 è arrivare ad offrire, attraverso 2-3 tappe annuali, il trattamento di dialisi a circa 5mila pazienti cronici e dialisi per acuti a 150 pazienti. In ogni missione l’impegno è garantire 25 interventi chirurgici di urologia, 50 visite urologiche ed ecografie, 20 ore di formazione sanitaria a medici e infermieri.

 

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