A margine dell’incontro “Le malattie rare e la disabilità” la titolare della Salute spiega che i fondi al Sistema sanitario sono confermati ma non esclude «una situazione strutturale internazionale pericolosa». «In quel caso – spiega – qualcuno potrebbe venire a chiederci il conto»
«Bisogna fare al più presto il Patto della Salute con le regioni per assicurarsi che il finanziamento del Fondo sanitario nazionale venga toccato». Il messaggio arriva direttamente dal Ministro della Salute Giulia Grillo che oggi, a margine dell’incontro “Le malattie rare e la disabilità”, organizzato alla Presidenza del Consiglio in occasione della XII Giornata Mondiale sulle malattie rare, è tornata sul tema del finanziamento al Fondo sanitario. Cifre messe nero su bianco nell’ultima legge di Bilancio che però potrebbero essere modificate, soprattutto in caso di manovra correttiva, finora sempre smentita sia dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria che dal premier Giuseppe Conte. «Ieri all’incontro con le regioni c’era anche il Mef nella sua parte amministrativa. Abbiamo riconfermato ovviamente i finanziamenti: sono quindi i tre miliardi e mezzo che saranno aggiuntivi nel 2020, nel 2021 saranno in totale 4,5 miliardi (3,5 + 1 miliardo). Il totale del triennio sono 9,5 miliardi. È un finanziamento ovviamente grosso. Dovrebbe essere confermato, politicamente io ho la parola del presidente del Consiglio e dei due vicepremier, poi lo scopriremo solo vivendo. Non sarebbe la prima volta che viene toccato il finanziamento. Io però credo che nel momento in cui si firmerà un patto tra stato e regioni con delle cifre prestanziate sarà molto complicato andarlo a toccare. Quindi è fondamentale che ci sbrighiamo con le regioni a scrivere questo patto nei tempi previsti dalla legge. Temo che sforeremo ma il nostro interesse è andare il più velocemente possibile».
«In più ci sono soldi – continua il Ministro – si parla di milioni, previsti per la formazione, per la medicina di base e per le scuole di specializzazione. Anche lì sono spalmati nei tre anni e sono fuori dal Fondo sanitario nazionale».
Ma il ministro non esclude uno scenario più drammatico ed è pronta a fare le barricate: «Questi sono i finanziamenti che noi abbiamo previsto nella legge di Bilancio, se la situazione strutturale internazionale dovesse essere pericolosa qualcuno potrebbe venire a chiederci il conto. Io mi farò scudo umano e cercherò di evitare in tutti i modi che ciò accada perché chiaramente è interesse di tutti noi evitare che vengano ridotte le fonti di finanziamento del Fondo sanitario nazionale».