Antonio Gaudioso lancia un appello affinché la Conferenza delle Regioni sblocchi finalmente il decreto tariffe che i malati e le loro famiglie aspettano da moltissimi anni
«L’appello che facciamo tutti come singoli cittadini alle istituzioni è di fare in modo che la Conferenza delle Regioni dia il proprio assenso e la propria intesa per sbloccare il decreto tariffe dei Lea». A parlare a Sanità Informazione è Antonio Gaudioso, esperto di politiche sulla salute e disuguaglianze sanitarie territoriali, prima a capo della segreteria tecnica del ministro della Salute quando alla guida del dicastero c’era Roberto Speranza. «Far sì che si sblocchino le 800 prestazioni contenute in quel decreto darebbe un bel segnale, in un momento in cui si discute di autonomia differenziata, che le cose possono cambiare e che il paese può rimanere unito nella garanzia dei diritti dei propri cittadini», aggiunge.
«A settembre il decreto è stato trasmesso alla Conferenza delle Regioni che ha avviato un approfondimento tecnico per valutarne l’impatto economico», spiega Gaudioso. «Siamo tutti quanti in attesa che venga sbloccato. Ci sono tanti anni di attesa, dal 2017 – continua -. È stato fatto un percorso di aggiornamento importante, serio, molto partecipato, che ha coinvolto associazioni di cittadini, società scientifiche, soggetti del mondo dell’impresa e ora siamo arrivati all’ultimo miglio». Gaudioso si fa portavoce dell’impazienza di molti malati, in particolare i cronici e i rari, che aspettano ormai da troppo tempo l’approvazione del decreto.
L’approvazione di questo decreto «è importante – sottolinea Gaudioso – perché dà la possibilità di sbloccare circa 800 codici prestazioni che i cittadini aspettano da tanti anni. Pensiamo ad esempio alla procreazione medicalmente assistita, ma non solo. «Inoltre, l’approvazione di questo decreto permetterebbe di sbloccare una serie di altre decisioni già prese anche dalla Commissione Lea, con risorse già coperte dall’approvazione della Legge di Bilancio dello scorso anno, che metteranno a disposizione dei cittadini un’altra serie di prestazioni, come ad esempio i test prenatali non invasivi, lo screening neonatale esteso. Tante cose che potrebbero cambiare la qualità della vita delle persone», conclude.
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