Nel Regno Unito c’è un acceso dibattito sull’opportunità di aumentare le visite a distanza dei pazienti per i suo effetti benefici contro l’inquinamento e per il risparmio economico
La riduzione delle visite mediche in presenza può essere importante per la salute dell’ambiente. Questo è uno degli insegnamenti della pandemia, evidenziato da Nick Watts, a capo del settore sostenibilità del Servizio sanitario nazionale britannico. Da qui la proposta di aumentare le televisite, idea che ha aperto un vivace dibattito in Gran Bretagna. Da quando è entrato in servizio un anno fa, il Segretario di Stato alla Salute Sajid Javid è entrato in guerra con i medici di base per la questione, minacciando di «segnalare» coloro che fanno troppi consulti su Zoom.
Il segretario alla Salute britannico afferma: «Voglio che tutti tornino a visitare di persona il proprio medico di famiglia». Gli attivisti hanno affermato che i consulti a distanza aumentano il rischio che i medici perdano segni di malattie gravi. Dicono anche che questo è particolarmente vero per alcuni pazienti vulnerabili, come quelli con demenza, che possono avere difficoltà a comunicare a distanza. In risposta, Nick Watts ha affermato che l’anno scorso il Servizio sanitario nazionale ha ridotto le emissioni di carbonio di 276 kilotonnellate principalmente perché i pazienti facevano meno viaggi in macchina.
Si stima che, durante la pandemia, 13 milioni di persone in meno siano andate in ospedale o dal proprio medico di famiglia per condizioni diverse dal Covid. Parlamentari e associazioni di medici affermano che molti si stanno rivolgendo ai servizi di emergenza e di pronto intervento perché non possono vedere il proprio medico di famiglia, specialmente di persona.
Le ultime cifre mostrano che sei appuntamenti su 10 sono fatti faccia a faccia ora, rispetto a quasi gli otto su 10 in pre-pandemia. Al ritmo attuale, ci vorrebbe fino a settembre 2023 per tornare ai livelli pre-Covid. Watts ha aggiunto: «Sappiamo anche che dobbiamo fare un lavoro migliore per garantire l’accesso a tutti i pazienti che richiedono appuntamenti faccia a faccia. Sappiamo che alcuni pazienti lo vogliono, quindi probabilmente si tratta di una questione di scelta».
Anche il capo del Royal College of Pediatrics and Child Health, Camilla Kingdon, interviene sul tema suggerendo che gli appuntamenti online potrebbero avvantaggiare molte famiglie povere che non possono permettersi di viaggiare. «Ad esempio, quando parliamo di consulenza a distanza – spiega – sappiamo che per una famiglia portare il proprio figlio in una struttura ambulatoriale costa in media 31 sterline. Quindi i consulti online sono un’alternativa a cui possiamo pensare, ma non è una soluzione per tutti i bambini».
L’NHS è diventato il primo servizio sanitario al mondo a impegnarsi a raggiungere l’obiettivo «zero emissioni» lo scorso novembre. Oltre a promuovere i consulti a distanza, questo significherà utilizzare veicoli più ecologici e rendere gli ospedali più efficienti dal punto di vista energetico. Si ritiene che i servizi sanitari contribuiscano a circa il 5% dell’impronta di carbonio del Regno Unito. Le sale operatorie rappresentano un quarto di tutte le emissioni ospedaliere. Nel Servizio sanitario britannico, ai pazienti vengono «prescritti» smartphone in modo che possano essere trattati «virtualmente». La rivoluzione è in atto ma non mette tutti d’accordo.
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