I risultati di un’indagine su come sta cambiando nel tempo la percezione dell’opinione pubblica sulla disabilità: “Per sette intervistati su 10 sia i cittadini che lo Stato dovrebbero fare di più”
Gli italiani sono obiettivi con se stessi sul tema della disabilità. E si ‘bocciano’: “Non siamo un popolo inclusivo”, è la conclusione che emerge nel quarto rapporto dell’Osservatorio Cittadini e disabilità, da un’indagine di Swg su come sta cambiando nel tempo la percezione dell’opinione pubblica sulla disabilità, lanciata in occasione del Premio Bomprezzi-Capulli a Roma, promosso grazie a Fondazione Crc, Fondazione di Comunità Milano, Cbm Italia. Nel dettaglio, sette italiani su 10 pensano che nel nostro Paese l’inclusione delle persone con disabilità sia ferma al palo: e sotto accusa finiscono sia la cittadinanza che le istituzioni. Le politiche governative messe in atto non sono considerate efficaci da metà della popolazione. Troppe ancora le criticità, insomma. A tre anni dal primo Osservatorio, secondo gli ultimi risultati dell’indagine è il tema dell’inclusione quello su cui c’è il giudizio più negativo: la stragrande maggioranza degli italiani ritiene che sia lo Stato (71%) che i cittadini (68%) facciano poco o nulla per garantire la partecipazione paritaria delle persone con disabilità. “Un segnale per la premier Meloni: va potenziato il ministero della disabilità”, commenta Simone Fanti, vicepresidente Premio Bomprezzi-Capulli. Questo è infatti un mondo che oggi riguarda oltre il 15% degli italiani, e che vede crescere il numero delle famiglie con una o più persone con disabilità che si trovano in povertà e che vivono in una condizione di isolamento creata da muri relazionali, istituzionali e di contesto, come confermato dalla ricerca condotta Cbm Italia.
L’indagine rileva un peggioramento rispetto al 2021: cresce lo spostamento dalla voce ‘fare poco’ sforzo verso la voce ‘fare nulla’ per l’inclusione. Poco più del 30% degli italiani valutano come positive le politiche del Governo dal suo insediamento con il ministero della Disabilità. Attorno alla metà, invece, non giudica efficace la sua azione. La legislazione (ad esempio la legge quadro sulla Disabilità 227/2021 con in decreti attuativi) e il lavoro svolto non sono ritenuti sufficienti, o non sono abbastanza conosciuti, per far registrare alle norme introdotte dal ministero un riconoscimento, se non minoritario. Dopo tre anni, si conferma scarsa l’attenzione sociale verso la disabilità secondo la stragrande maggioranza degli italiani. Fanalini di coda sono i temi della vita indipendente e del dopo di noi, percepiti come priorità residuali. Le voci dove si registra una crescita dal sondaggio 2021 sono il lavoro, le azioni di sensibilizzazione, trasporti e barriere architettoniche.
Lo sport è, invece, in cima alla classifica con un 47% di giudizio positivo, con le Paralimpiadi 2024 come fattore cruciale di conoscenza e rappresentazione delle persone con disabilità. Restano stabili negli anni l’ambito della scuola con il 43%, poi con il 38% quello dell’assistenza sanitaria e sociale, la tutela giuridica e riabilitazione. Per l’atteggiamento culturale della società cresce dal 2021 a oggi quello della sensibilità e solidaristico, ma fanno ancora da contraltare negativo la tendenza al pregiudizio (da 66% a 62%) e all’indifferenza (61%) e quella alla discriminazione (da 44% a 40%), e cresce invece l’idea che si risponda alle esigenze della disabilità con impreparazione (da 53% a 56%). “Dal primo Osservatorio lanciato dal Premio Bomprezzi Capulli nel 2021 a oggi registriamo una scarsa presa di coscienza della società italiana sui diritti delle persone con disabilità – commenta Fanti -. Nonostante ci siano stati alcuni miglioramenti, sono gli italiani e le italiane a dirci che ci sono ancora tanti diritti negati”, c’è “una presa di consapevolezza di vivere in una società non inclusiva. Il giudizio di poca incisività ed efficacia delle politiche governative è un segnale per la premier Meloni: nonostante si siano tenuti l’Expo sulla disabilità e il primo G7 sul tema, l’opinione pubblica non percepisce un impegno significativo. Facciamo quindi un appello per potenziare il ministero della Disabilità, e per rendere disponibili nuove risorse per rispondere alle esigenze di chi vive ogni giorno in una condizione di disabilità”.
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