Sanità 24 Marzo 2017 10:42

Tubercolosi, OMS: ancora troppi casi di Tbc in Europa, in Italia quasi 4mila

Il occasione della Giornata mondiale contro la Tubercolosi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità rende noto che la malattia ha ancora un ruolo ‘importante’ in molti Paesi e per combatterla è fondamentale una diagnosi precoce e terapie mirate

Tubercolosi, OMS: ancora troppi casi di Tbc in Europa, in Italia quasi 4mila

Già nel 2014 l’Oms aveva chiesto un ‘colpo finale‘ per eliminare rapidamente la tubercolosi almeno da quei paesi dove già c’erano pochi casi, ma la risposta è stata così timida che molto difficilmente si riuscirà a mettere sotto controllo la malattia entro il 2035.

A testimoniare la lentezza nella risposta sono arrivati i dati di Oms Europa e Centro per il Controllo delle Malattie (Ecdc), che parlano di un calo del 5% annuo, la metà di quanto servirebbe. Nel 2015, ultimo anno disponibile, i nuovi casi registrati nei 30 paesi dello Spazio Economico Europeo sono stati 60195, di cui il 30% in cittadini di origine straniera e il 65% dei quali in persone tra i 24 e i 65 anni, in maggioranza maschi.

Nella più ampia Regione Europea dell’Oms, che arriva fino alla Russia, i nuovi casi sono stati invece oltre 320mila. In Italia nello stesso anno sono stati notificati 3769 casi, con un tasso che negli ultimi dieci anni è calato da poco meno di 8 a 6,2 casi ogni 100mila abitanti. Nel nostro paese sono di più i casi segnalati in persone di origine straniera, circa 2mila. “In Italia abbiamo un’ottima rete per la diagnosi precoce e la gestione della tubercolosi nel contesto delle strutture di malattie infettive – commenta Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma -.

La Tbc continua però ad essere una patologia importante“. A preoccupare gli esperti, si legge nel rapporto, è soprattutto il fatto che in alcune categorie di persone, come i detenuti o gli stessi migranti, il calo sia ancora più ridotto, o addirittura ci sia un aumento dei nuovi casi. “La Commissione Ue è impegnata a mobilitare tutte le risorse disponibili per aiutare i paesi europei a tener fede agli impegni – afferma il Commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis – La tubercolosi colpisce i membri più vulnerabili delle nostre società, e spesso coesiste con altre condizioni come l’Hiv”. Proprio alle coinfezioni con l’Hiv e’ dedicato il ‘focus’ di questa edizione del rapporto. La tubercolosi, precisano gli esperti, è la principale causa di morte nei sieropositivi in gran parte d’Europa, anche se non in Italia.

Nella regione europea dell’Oms tra il 2011 e il 2015 i casi di coinfezione sono cresciuti del 40%, arrivando a oltre 27mila di cui meno di un quinto trattati con antiretrovirali. “Se guardiamo ai dati per l’Ue – spiega Andrea Ammon, che dirige l’Ecdc – vediamo che il tasso di successo della tubercolosi nei sieropositivi è molto al di sotto dell’obiettivo globale dell’85%, e che in due pazienti su tre con Tb non ci sono informazioni sulla eventuale sieropositività. Dobbiamo migliorare molto”.

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