Sanità 25 Maggio 2021 12:21

Global Health Summit: consapevolezza, brevetti e pragmatismo

L’ex direttore esecutivo Ema e direttore scientifico Consulcesi Guido Rasi commenta la Dichiarazione di Roma

di Guido Rasi, ex Direttore Esecutivo dell'EMA e Direttore Scientifico Consulcesi
Global Health Summit: consapevolezza, brevetti e pragmatismo

Il Global Health Summit si è concluso e ci ha lasciato i 16 principi della Dichiarazione di Roma. Ad una prima analisi si può dire che la pandemia ha ottenuto l’effetto di generare la consapevolezza universale sulla necessità di gestire la salute pubblica a livello mondiale, con un coordinamento unico e concordato, per lo meno nei suoi aspetti fondamentali e sicuramente nella gestione delle emergenze. Con buona pace del Titolo V e delle regioni.

La Dichiarazione di Roma

Anche su quali siano i problemi da affrontare e quali aspetti prioritari da considerare sembra si sia raggiunta finalmente una consapevolezza globale. Visti da una certa prospettiva i 16 principi possono risultare il solito elenco dei sogni, conditi con le parole che tutti ci aspettiamo di sentire e che non possiamo non condividere: solidarietà, uguaglianza, collaborazione, sinergia, etc. In realtà l’elenco è sì molto lungo, ma piuttosto esaustivo e preciso nel descrivere i fattori che sarà necessario considerare, sviluppare e gestire per iniziare a realizzare almeno in parte i principi enunciati. Vi è quindi oltre ad una consapevolezza anche una buona condivisione riguardo agli approcci metodologici da seguire e alle conseguenti azioni da intraprendere.

Brevetti e licenze

Gli annunci e l’attenzione mediatica che hanno preceduto il summit erano molto concentrati sulla liberalizzazione dei brevetti e la sospensione delle licenze, quale panacea per risolvere tutti i problemi della disponibilità di vaccini. Senza riaprire il dibattito sulla eticità di proprietà intellettuale, brevetti e licenze, durante il summit evidentemente è emerso come il problema della produzione di vaccini per 8 miliardi di persone in tempo utile per questa pandemia non dipendesse dalla sospensione di brevetti e licenze.

Vaccini nuovi ad alta tecnologia possono essere prodotti solo da strutture adeguatamente qualificate ed esperte. Correttamente (al punto n 7) si incoraggia il rafforzamento della capacità produttiva attraverso accordi volontari di condivisione delle licenze, tecnologie e know-how. Questo approccio può consentire di aumentare l’attuale capacità produttiva e, cosa altrettanto importante, di porre le basi per una futura minore dipendenza di molte aree del mondo da altri paesi.

Anche gli Stati da cui erano partiti grandi proclami di sospensione dei brevetti, USA e Russia in testa seguiti dall’Italia, hanno preso atto della realtà e seguito una linea più pragmatica. Draghi ha dichiarato disponibilità a parlare di sospensioni temporanee trovando però soluzioni che non disincentivino l’innovazione. Senza garanzie di brevetto immaginiamo chi investirebbe ora sulle modifiche dei vaccini qualora fossero necessarie per le varianti o per migliorarne la stabilità senza doverli conservare a basse temperature e renderli più trasportabili.

Le difficoltà dei Paesi più poveri: distribuzione e somministrazione

In realtà durante il summit è chiaramente emerso come l’accesso ai vaccini in una gran parte del mondo dipenda anche da due altri problemi quasi insormontabili, la distribuzione e la somministrazione. Abbiamo visto le difficoltà di avviare una campagna vaccinale in Europa, il continente con i sistemi sanitari più capillari e sviluppati del mondo, e non è difficile immaginare quali difficoltà possano incontrare sistemi meno sviluppati ed organizzati.

Questi aspetti sono stati ben individuati e descritti nella Dichiarazione (punti n 5 e 6) indicando anche possibili soluzioni concrete, nelle iniziate COVAX e ACT-A (Access to COVID-19 Tools- Accelerator). La Dichiarazione ribadisce la determinazione a perseguire un livello di accesso globale alla sanità, “One Health”, con coordinamento centrale da parte di istituzioni quali l’OMS, debitamente finanziate e riorganizzate.

Una salute globale, una formazione globale

Perché tutto ciò poi funzioni si devono raggiungere e condividere livelli standard di conoscenza e competenza. Molto opportunamente è stata enfatizzata l’importanza di una formazione sia del personale sanitario che dei responsabili di sanità pubblica, sia in termini di interventi farmacologici che non-farmacologici. È chiaro che senza una formazione che scenda a cascata coinvolgendo tutti i livelli della sanità pubblica qualsiasi investimento per gigantesco che possa essere sarà destinato a fallire.

Una conclusione che potremmo suggerire è “una salute globale – una formazione globale”. La immediata consapevolezza che dobbiamo conseguire è che la prossima pandemia potrebbe avere un agente infettivo che si trasmette in maniera diversa o per il quale non riusciremo a fare un vaccino. La prossima pandemia forse è già cominciata e si chiama antibiotico-resistenza e richiederà tanti incentivi all’innovazione. Siamone consapevoli.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

Articoli correlati
Liberiamo i medici di famiglia dalle scartoffie e includiamoli nell’innovazione
La decisione dell'Aifa di consentire ai medici di famiglia di prescrivere gli antivirali contro Covid-19 rappresenta un'occasione d'oro per far uscire gli mmg dall'isolamento burocratico a cui sono stati relegati
di Guido Rasi, ex Direttore Esecutivo dell'EMA e Direttore Scientifico Consulcesi
Da dove viene Omicron? Le tre teorie più probabili spiegate bene dal prof. Rasi
Una "fuga invisibile" perché sviluppatasi in un Paese poco monitorato, una serie di mutazioni incubate da un soggetto con patologia cronica oppure un retropassaggio verso una specie animale tra le più pericolose per le malattie: quella di topi e ratti. Come si è sviluppata Omicron con le sue 55 mutazioni, lontanissima da Alpha e Delta che da sola ha contagiato più in due mesi di quanto le prime due abbiano fatto in anni? Lo abbiamo chiesto al prof. Rasi, consigliere di Figliuolo e direttore scientifico di Consulcesi
«La Omicron è veloce, vale la pena limitare i danni. Potrebbe essere anche l’ultima»
«Le recenti misure sulla quarantena ed isolamento sembrano logiche rispetto ad un “ambiente Omicron”, ma scontano l’incertezza della coesistenza della Delta e la debolezza diagnostica. Si richiede di evitare inutili quarantene, ma si rischiano milioni di persone immobilizzate, questa volta dalla malattia»
di Guido Rasi, ex Direttore Esecutivo dell'EMA e Direttore Scientifico Consulcesi
Perché nonostante i vaccini i casi di Covid-19 aumentano?
di Guido Rasi, ex Direttore Esecutivo dell'EMA e Direttore Scientifico Consulcesi
di Guido Rasi, ex Direttore Esecutivo dell'EMA e Direttore Scientifico Consulcesi
«Non è il momento di allentare le misure di contenimento del virus, iniziamo a pensare ad una “nuova normalità”»
di Guido Rasi, ex Direttore Esecutivo dell'EMA e Direttore Scientifico Consulcesi
di Guido Rasi, ex Direttore Esecutivo dell'EMA e Direttore Scientifico Consulcesi
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...