L’appello dei sindacati: “Basta tagli e soluzioni rapide per Rc medica e precariato”
Non deve essere un lusso, ma uno degli elementi più importanti per garantire una vera cittadinanza così come espresso dalla Costituzione Italiana”. Poco prima di essere eletto segretario del Pd Matteo Renzi aveva contenuto in questa affermazione la sua visione del Servizio Sanitario Nazionale. La sfida, che lanciava alla vigilia del Congresso era quella di un “sistema capace di produrre salute e non sanità, che si liberi dai potentati economici e che abbia il coraggio di investire in sviluppo tecnologico e ricerca”.
Assunta la carica di premier – dopo la staffetta con Letta, consumatasi la scorsa settimana – Renzi dovrebbe insomma imprimere una svolta decisiva alla sanità italiana. L’obiettivo è quello di arrivare ad un Ssn capace di essere universale, democratico, trasparente, innovativo ed efficiente. Una missione che affiderà ancora al ministro Beatrice Lorenzin, unica donna confermata del precedente Esecutivo.
A favore del ministro si erano schierati anche i sindacati con il presidente del CIMO (Coordinamento Italiano Medici Ospedalieri) Riccardo Cassi che aveva sottolineato l’importanza di: “formazione, accesso alla professione e precariato” e sottolineato l’esigenza di approvare “in tempi rapidi una legge sulla responsabilità professionale dei medici”. Il segretario nazionale dell’Anaao Costantino Troise aveva invece posto l’accento in particolare sul precariato, evidenziando che “un governo che vuole rilanciare non può non partire dal rinnovo dei contratti di lavoro”. Dal presidente di Assobiomedica Stefano Rimondi, infine, la richiesta al nuovo esecutivo di evitare innanzitutto “le politiche di spending review all’interno di un comparto che ha già dato al di là dell’immaginabile. E che anzi avrebbe bisogno di più investimenti”.
Dal governo Renzi ci si aspetta insomma quel cambio di passo di un Ssn rimasto impigliato nelle strette maglie di una Finanziaria di grandi sacrifici e frenato, nell’auspicata svolta, da troppi provvedimenti ancora fermi nelle aule del Parlamento. Beatrice Lorenzin che al termine del primo Consiglio dei Ministri aveva parlato di “un cambio di metodo” ha poi aggiunto: “Portiamo avanti il lavoro cominciato in questi mesi, con entusiasmo, impegno e determinazione. Per cambiare l’Italia”.