«Serve blindare gli indispensabili 3,5 miliardi di aumento del Fondo sanitario nazionale previsto con l’ultima legge di bilancio», si legge nella nota della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI)
«La crisi di Governo non è un fatto esclusivamente legato a maggioranze e minoranze parlamentari e alle capacità comunicative/decisionali dei partner di governo, ma coinvolge innanzitutto i cittadini e, soprattutto, può mettere a rischio l’esigibilità del loro diritto alla salute se non si darà continuità e centralità alle politiche per la salute». Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) lancia un appello perché con la crisi non si blocchi il processo di crescita, adeguamento e innovazione in atto dell’assistenza sociosanitaria.
«Necessario chiudere velocemente il nuovo Patto per la Salute – si legge nella nota diffusa dalla FNOPI – per blindare gli indispensabili 3,5 miliardi di aumento del Fondo sanitario nazionale previsto con l’ultima legge di bilancio e per portare a compimento le innovazioni in esso contenute a partire da: messa a sistema dell’infermiere di famiglia come da numerosi sondaggi richiede oltre l’85% dei cittadini, la valorizzazione delle competenze della professione Infermieristica e del Nuovo infermiere, innovazione dei modelli organizzativi per l’ottimale presa in carico delle vecchie e nuove fragilità, standard dell’assistenza sanitaria territoriale, revisione dei criteri di commissariamento delle Regioni che finora hanno prodotto risultati importanti dal punto di vista economico meno dal punto di vista della qualificazione dei servizi e del diritto alla salute».
LEGGI: GOVERNO, GIORNO DECISIVO. ECCO NOMI E IDEE PD PER LA SANITÀ
«Un Patto che ha visto un confronto con tutti i protagonisti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) attraverso la maratona di ascolto degli stakeholder promossa dal ministro Grillo. In ballo, da chiudere a stretto giro, anche molti altri importanti provvedimenti come l’accordo Stato-Regioni su ospedali di comunità che deve essere approvato subito».
«Anche in Parlamento serve procedere speditamente sui disegni di legge che introducono la figura dell’infermiere di famiglia e la possibilità per le professioni non mediche di esercitare attività intramoenia, che secondo FNOPI deve essere volta a garantire il principio della libera scelta del cittadino e non invece un modo per aggirare le inefficienze del canale istituzionale. Come pure il disegno di legge sulla violenza nei confronti del personale sanitario, che ormai fermo in Parlamento da troppi mesi necessità di un’importante accelerazione per la sua definitiva approvazione».
«E ancora. Non più rinviabili le azioni che possono incidere positivamente sull’effettività’ dei Livelli Essenziali di Assistenza in tutte le Regioni del Paese, garantendo così equità di accesso ai servizi. Su tutte dare risposte incisive al problema delle carenze del personale soprattutto alla luce degli effetti di Quota100: di infermieri ne mancano oltre 50mila che con Quota 100 rischiano di aumentare fino a 75mila e con i normali pensionamenti ancora di più. Senza nuove assunzioni si rischia il collasso. La norma sblocca assunzione prevista nel Decreto Calabria è un primo passo apprezzabile, ma serve molto di più».
«Responsabilità, coraggio per innovare e cambiare davvero, tutti insieme, il SSN sulla base delle evidenze e in funzione dei nuovi bisogni delle comunità è l’unica strada per garantire alla future generazioni il Diritto alla Salute e la più grande opera pubblica realizzata nel nostro Paese: il Servizio sanitario nazionale. Su questo gli infermieri, che ogni giorno, 24 ore su 24, sono accanto a chi soffre assistendo chi ne ha bisogno, sono pronti a collaborare con tutti: Associazioni di cittadini e pazienti, istituzioni, tutte le altre professioni, mondo scientifico e accademico».
«Ci aspettiamo dal Governo e dal ministro della Salute che verrà la nostra stessa volontà di collaborare e di coinvolgere tutti nei processi di formazione delle decisioni in sanità».