Il Presidente del Consiglio si è recato al Quirinale per sciogliere la riserva. Capo delegazione M5S Di Maio, mentre Franceschini guida i democratici. Nel programma si riparte dalla difesa della sanità come “bene comune”
L’ora del governo Conte bis è giunta. Dopo giorni di trattative e il via libera della piattaforma Rousseau, la nuova alleanza Pd-M5S-Leu prende corpo e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è recato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella per sciogliere la riserva.
L’esecutivo vede importanti novità: non ci sono vicepresidenti del Consiglio, mentre il leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio passa dallo Sviluppo Economico agli Esteri. All’Economia arriva il dem Roberto Gualtieri. La delegazione Pd in Consiglio dei Ministri sarà guidata da Dario Franceschini, che torna ai Beni culturali. Alla Sanità va Roberto Speranza, Liberi e Uguali, mentre agli Affari Regionali è il turno di Francesco Boccia del Pd.
Sembrava fatta per la riconferma della pentastellata Giulia Grillo, ma nelle trattative dell’ultimora c’era l’esigenza di trovare una casella di ‘peso’ per Liberi e Uguali e alla fine la scelta è caduta sul dicastero di Lungotevere Ripa.
Il governo è ora atteso alla prova dell’Aula per il voto di fiducia: prima al Senato dove i numeri sono più risicati e poi alla Camera.
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Punto di partenza è la bozza di programma stilato da Conte nei giorni scorsi dopo gli incontri con le delegazioni con Pd e M5S. Il punto 19 fa riferimento genericamente al settore sanità, da “tutelare” appunto come “bene comune”. Passando in rassegna le 26 linee programmatiche, si trova al punto 1 un riferimento al “sostegno alle famiglie e ai disabili“, oltre a “maggiori risorse per scuola, università, ricerca e welfare”.
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Il tema della ricerca viene esplicitato al punto 7, dove si legge che “occorre potenziare il sistema della ricerca, favorendo un più intenso coordinamento tra centri universitari ed enti di ricerca, nel segno della internazionalizzazione”. E l’argomento è implicito anche al punto 3, in un passaggio in cui si indica la necessità di “creare le condizioni affinché chi ha dovuto lasciare l’Italia possa tornarvi e trovare un adeguato riconoscimento al merito”. L’argomento famiglie e disabilità torna poi al punto 4 (“occorre intervenire con più efficaci misure di sostegno alle famiglie con persone con disabilità e alle famiglie numerose”), nonché al punto 2 che fa riferimento al recepimento delle “direttive europee sul congedo di paternità obbligatoria e sulla conciliazione tra lavoro e vita privata”. Sempre al punto 2 si parla di “realizzare un piano strategico di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”. Al punto 17 arriva il ‘nodo’ autonomia: “È necessario – si legge nella bozza – completare il processo di autonomia differenziata giusta e cooperativa, che salvaguardi” fra gli altri “il principio di coesione nazionale e di solidarietà”. Mentre il punto 16 indica che “va lanciato un piano straordinario di investimenti per la crescita e il lavoro al Sud”.