Sanità 30 Dicembre 2022 13:44

I 10 scienziati che hanno avuto un impatto sul 2022

Dal vaccino contro l’HIV, al batterio più grande mai scoperto, attraverso la galassia più lontana e il DNA più antico del mondo, fino al trapianto di un cuore di maiale in un uomo e al grande lavoro per il clima e la pandemia. I 10 scienziati che hanno influenzato il 2022 secondo Sanità Informazione

I 10 scienziati che hanno avuto un impatto sul 2022

Il 2022 è stato un anno molto intenso per la scienza. Con l’allentamento della lotta alla pandemia, dovuto a un generale miglioramento delle condizioni globali, la scienza è tornata a spaziare su tutti i campi di interesse. Concentrando i propri sforzi sulla crisi climatica e sulla lotta alle nuove malattie. Non è stato facile, ma anche quest’anno Sanità Informazione ha selezionato 10 scienziati che si sono distinti per la qualità e il genio del proprio lavoro. Il loro contributo è l’ennesima testimonianza che il progresso non ha frontiere, ma solo territori inesplorati ed esperimenti ancora intentati.

Svante Pääbo

Lo scienziato svedese, 67 anni, ha vinto il Nobel per la Medicina 2022 grazie alle sue scoperte sul genoma degli ominidi. Pääbo si è concentrato sulla paleogenetica, diventando una specie di “archeologo del dna umano”. Grazie a lui abbiamo avuto la prima analisi del dna dei Neanderthal, scoprendo come è avvenuta l’unione tra questi e l’Homo sapiens. Ad oggi alcuni di quei geni sono ancora presenti nel genoma delle popolazioni del nostro pianeta. Grazie al suo lavoro si è inoltre scoperta l’esistenza dei Denisovani, un’altra antica popolazione incrociata con l’Homo sapiens oltre 70mila anni fa. Pääbo dirige il dipartimento di genetica dell’Istituto Max Planck per l’Antropologia evoluzionistica a Lipsia e insegna all’Istituto di Scienza e Tecnologia di Okinawa.

 

Franco Locatelli

È alla guida di un gruppo di ricercatori dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma che a febbraio scorso ha annunciato una nuova terapia genica che potrebbe rivoluzionare il trattamento della talassemia, una malattia del sangue ereditaria molto grave causata da un difetto genetico che provoca la distruzione dei globuli rossi. Lo studio ha dimostrato che la terapia “betibeglogene autotemcel” (beti-cel) è in grado di liberare il 91 per cento dei pazienti con talassemia dalla “schiavitù” delle trasfusioni. Su 22 pazienti che hanno preso parte allo studio, pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, ben 20 non hanno avuto bisogno di trasfusioni per circa 1 anno. Locatelli è un pediatra, ma lo ricordiamo perché negli anni della pandemia ha coordinato il Comitato tecnico scientifico e presiede il Consiglio Superiore di Sanità. La sua esperienza ha dato all’Italia una marcia in più nell’affrontare una situazione senza precedenti.

 

Bartley Griffith

È il primo chirurgo ad aver trapiantato il cuore di un maiale in un essere umano. Ha eseguito l’operazione presso il Centro medico dell’Università del Maryland, Baltimora, dove è direttore del programma di trapianto cardiaco. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato la procedura in base alle sue regole sull’uso compassionevole per le situazioni di emergenza. Questa autorizzazione viene utilizzata quando un prodotto medico sperimentale, in questo caso un cuore di maiale geneticamente modificato, è l’unica opzione per un paziente con una condizione medica pericolosa per la vita. Il cuore di maiale ha subito 10 modifiche genetiche. Quattro geni sono stati eliminati, incluso uno che provoca una risposta di rifiuto umana aggressiva. Nonostante questi progressi, David Bennett, 57 anni, il destinatario del trapianto di cuore suino, è morto 2 mesi dopo la procedura. Griffith ha aperto la strada per un nuovo modo di pensare la chirurgia uomo-animale.

 

Jane Rigby

Astrofisica del Goddard Space Flight Center della Nasa, ha progettato il James Webb Space Telescope (JWST). Soprannominata “Sky Hunter”, grazie al suo lavoro è stata scoperta la galassia più lontana mai osservata. Dista circa 13,4 miliardi di anni luce dalla Terra e la sua luce è “partita” 350 milioni di anni dopo il Big Bang, quando l’universo era molto “giovane”. Il telescopio ha carburante fino al 2040 e Jane potrebbe scoprire molti altri segreti nascosti fuori dalla nostra atmosfera. Dal 12 luglio il JWST del valore di 10 miliardi di dollari ci regala immagini straordinarie e dati utili per la comprensione di come ha fatto l’universo a popolarsi di galassie, stelle e pianeti.

 

Chikwe Ihekweazu

Epidemiologo nigeriano, arruolato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in seguito al suo impegno nell’allestire in Nigeria il Centro per la sorveglianza e il controllo delle malattie (Ncdc). A capo del servizio di sorveglianza della pandemia dell’Oms ha usato l’intelligenza artificiale per fare un passo avanti nella raccolta dati globale sulla pandemia. Con l’evoluzione della digital health, Ihekweazu ha esplorato tutti i vantaggi della tecnologia nel tenere traccia delle nuove varianti e trasmettere i risultati al più vasto numero di Stati. L’epidemiologo non perde occasione per ribadire la necessità di concentrarsi sull’Africa.

 

 

 

Maryana Triasko

Infermiera ucraina, è un’eccezione allo standard scientifico della nostra classifica ma necessita di una menzione. Triasko viveva da 14 anni in provincia di Treviso con due figli e un marito italiano. Dopo l’annuncio della guerra tra Russia e Ucraina, non è riuscita a voltare le spalle alla propria patria ed è tornata per aiutare. Era nota con l’identificativo di “Kvitka” era un’infermiera militare e prestava soccorso ai soldati, senza sottrarsi dalle prime linee. Ne parliamo al passato perché è deceduta lo scorso settembre, a soli 37 anni. La causa: un fatale colpo di mortaio. L’infermiera era originaria di Trostyanka, un villaggio dell’Ivano-Frankivsk dove è stata sepolta. Di fronte alla chiamata disperata dei suoi connazionali per aiuto sanitario, non è riuscita a voltare le spalle nonostante i ben noti pericoli.

 

 

Alberto Ascherio

Professore di epidemiologia alla Harvard School of Public Health, è il coordinatore di uno studio pubblicato su Science che suggerisce per la prima volta come la sclerosi multipla sarebbe la grave complicazione del virus di Epstein-Barr (EBV). Un virus comune, trasmissibile con la saliva e presente nel 95% degli adulti. Gli scienziati di Ascherio hanno seguito il sospetto che ci fosse una connessione tra sclerosi multipla e infezioni virali e hanno utilizzato i campioni di 10 milioni di giovani dell’esercito americano, uomini e donne. Degli 801 che hanno sviluppato sclerosi multipla, 800 erano positivi a EBV prima della malattia. La conclusione è stata che non si sviluppa la sclerosi multipla se non si è infettati da EBV.

 

Jean-Marie Volland

Biologo marino il cui lavoro ha aiutato ad indentificare per la prima volta la Thiomargarita magnifica, il più grande batterio mai scoperto, visibile ad occhio nudo. La media dei batteri misura circa 2 micrometri mentre l’ultimo scoperto arriva addirittura al centimetro. Volland, che è un ricercatore al Laboratory for Research in Complex Systems dell’Università di Berkley in California, lo ha spiegato così: «È come se un umano incontrasse un’altra persona grande quanto il Monte Everest».

 

 

 

I climatologi dietro l’Inflation Reduction Act

Un posto speciale per tutti gli scienziati che, con le loro ricerche inconfutabili, hanno risvegliato le coscienze al COP26 di Glasgow con le prospettive di vivibilità del nostro pianeta rispetto alla crisi climatica. Dal loro lavoro convincente è nato l’Inflation Reduction Act, un provvedimento epocale firmato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Oltre 700 miliardi di dollari per clima e salute, dando una spinta alle energie rinnovabili. L’impegno è quello di ridurre le emissioni di una gigatonnellata entro il 2030. Per farlo si provvederà all’installazione di 950 milioni di pannelli solari, 120 mila turbine eoliche e 2.300 impianti di accumulo su scala di rete.

Juliana McElrath

A capo del gruppo di ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center, assieme a Andrian McDermott e William Schief, ha annunciato su Science i risultati della prima sperimentazione di un vaccino contro l’HIV. Il candidato sembra in grado di indurre anticorpi precursori ampiamente neutralizzanti nell’uomo. Il farmaco bnAbs è stato progettato per essere in grado di riconoscere i diversi ceppi di HIV e proteggere il paziente dalle infezioni.

 

 

 

 

 

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