L’ex sottosegretaria oggi è responsabile Salute della nuova segreteria dem targata Enrico Letta. E non risparmia autocritiche alla sua coalizione: «Anche centrosinistra ha disinvestito in sanità. Solo con Conte e Speranza inversione di tendenza già prima del Covid». Inviato al segretario Pd un piano con spunti per il PNRR
«Per me non è una sorpresa che i militanti del Partito democratico chiedano di dare priorità alla sanità. Ho vissuto in prima persona cosa significa non aver sostenuto negli anni passati il Sistema sanitario in modo adeguato». Sandra Zampa, storica esponente dem e nel governo Conte 2 Sottosegretaria alla Salute, risponde come sempre con la sua consueta schiettezza alle domande dei giornalisti. Nel suo orizzonte c’è ancora la sanità: oggi si occupa della comunicazione sul piano pandemico, le relazioni internazionali e le attività nazionali del dicastero guidato da Roberto Speranza. E, soprattutto, è responsabile Salute della nuova segreteria di Enrico Letta.
Ora è chiamata a dare risposte al popolo del Pd dopo la consultazione interna che ha coinvolto quasi 3mila circoli e 39mila iscritti che sarà poi ampiamente discussa nel corso dell’Assemblea nazionale del 17 aprile. Come anticipato da Repubblica, sanità e lavoro al sud sembrano essere tra le priorità degli iscritti al partito: in particolare, la necessità di rafforzare la sanità pubblica anche rivedendo il rapporto Stato-regioni che ha mostrato molte lacune in occasione dell’emergenza Covid.
«Ho vissuto in prima persona la sofferenza, anche istituzionale, di vedere limitata la sanità a causa di errori di tanti anni precedenti, cumulati tutti insieme, un governo dopo l’altro compreso purtroppo gli ultimi governi del centrosinistra, senza mai un aumento di trasferimento verso questo settore. Ho visto l’aumentare dell’ansia delle persone che oggi hanno toccato con mano, nella sofferenza collettiva, quanto vale la salute e quanto occorra lavorare per metterla in sicurezza», spiega Zampa, avanzando anche un’autocritica rispetto all’atteggiamento avuto dalla sanità negli ultimi governi di centrosinistra, compresi quelli a guida Matteo Renzi.
Dopo le polemiche scaturite dalla mancata riconferma della stessa Zampa a Lungotevere Ripa, con Letta il Pd prova a ripartire anche sul tema cruciale della sanità. «Intanto vogliamo dedicarle una grandissima attenzione: questa segreteria, per esempio, ha assegnato una specifica delega che prima non c’era. Un segnale importante dopo il venire meno di una presenza dem al governo. Il Pd ha una grande tradizione di attenzione alla sanità: abbiamo avuto due grandi ministre, Rosy Bindi e Livia Turco».
Ora, però, la partita si gioca sul Recovery Plan e sulla parte ‘esecutiva’ del Piano che a breve Draghi invierà a Bruxelles. «Ho consegnato al segretario Letta un importante piano di lavoro fatto con gli stakeholder della sanità: un’occasione per lavorare insieme, sicuramente in sintonia con il ministro Speranza. Voglio ricordare che il governo Conte e il ministro Speranza avevano invertito il trend di trasferimento di risorse alla sanità già prima della pandemia con la finanziaria 2019-2020 che destinava due miliardi in più al settore: era la prima volta che avveniva negli ultimi 15 anni».
Secondo Zampa il Piano di Ripresa e Resilienza «è già un piano molto ambizioso, con il rafforzamento della medicina del territorio, la ricerca, l’ammodernamento, l’investimento in tecnologia, la telemedicina. Ma soprattutto contiene una visione di salute che prevede che il cittadino sia al centro del sistema e non sia costretto a inseguire pezzi del sistema. Interviene, inoltre, sulle diseguaglianze in materia sanitaria che sono vergognosamente abissali».
Infine, il tema delle liste di attesa che con l’emergenza Covid sono esplose: «Al ministero questo problema è già all’ordine del giorno e a breve sarà attivata una Commissione che si occuperà di questo. Il minore accesso al Sistema sia per gli screening che per le normali visite è una cosa molto preoccupante».
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