Mentre Europa e Usa si stabilizzano Africa, Indonesia e Colombia fissano nuovi record e affrontano la terza ondata. L’Oms lancia l’allarme vaccini
«In Africa il numero di casi e decessi per Covid-19 è aumentato di quasi il 40% nell’ultima settimana e in alcuni Paesi il numero di decessi è triplicato o quadruplicato». Mentre Europa e Usa tirano i primi sospiri di sollievo e lentamente eliminano le restrizioni imposte da inizio anno, l’Organizzazione mondiale della Sanità avverte che il continente africano è entrato in una situazione d’allarme.
L’unico modo per trovare una soluzione resta l’importazione di vaccini e tecnologia. Per questo è stato creato un consorzio tra aziende, centri universitari e istituzioni per trasferire la tecnologia di sviluppo dei vaccini anti-Covid a mRna in Sudafrica.
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato: «L’Oms, tramite Covax, sta lavorando ad un consorzio con Biovac, Afrigen Biologics and Vaccines, con una rete di università e con i Cdc africani per portare in Sudafrica la tecnologia per produrre i vaccini a mRna».
L’invito dell’Oms ad una manifestazione di interesse per lo sviluppo di consorzi per la produzione di vaccini anti-Covid era partito ad aprile. «Ad oggi sono 28 le offerte arrivate per la fornitura di tecnologia per i vaccini a mRna o per ospitare hub o per entrambi – sottolinea l’Oms – mentre sono 25 i paesi a basso o medio reddito che si sono fatti avanti per poter ricevere la tecnologia a mRna».
In Indonesia le autorità sanitarie hanno annunciato 15mila contagi in un giorno, che ne definiscono l’ingresso in una nuova ondata dopo quella di gennaio. I numeri indonesiani sono i più alti in Asia dopo India e Iran: due milioni di contagiati e 55mila morti. Secondo gli esperti di salute pubblica a provocare l’ultima ondata sono stati i molti viaggi per l’Eid al-Fitr musulmano e l’arrivo della variante Delta, più trasmissibile e contagiosa.
L’aumento sta mettendo sotto pressione gli ospedali anche a Giacarta, dove l’80% dei letti ospedalieri è pieno, e ha aggiunto urgenza al piano del governo di vaccinare 1 milione di persone ogni giorno entro il mese prossimo. Finora le autorità hanno vaccinato completamente solo 12,3 milioni dei 270 milioni di indonesiani e ne hanno parzialmente immunizzati altri 10,9 milioni. L’OMS la scorsa settimana ha parlato del drastico aumento dei tassi di occupazione dei letti ospedalieri in Indonesia e ha richiesto misure sanitarie e sociali più severe, comprese restrizioni sociali su larga scala.
Il governo ha resistito a un lockdown a causa dei timori sull’impatto economico. Ma restrizioni più severe si applicheranno per due settimane in 29 “zone rosse” dove i tassi di infezione sono alti, con le attività religiose nei luoghi di culto sospese e ristoranti, caffè e centri commerciali tenuti a operare al 25% della capacità.
Nelle Filippine il presidente Rodrigo Duterte ha adottato una strategia ancora diversa. Esasperato dalla bassa affluenza della popolazione negli hub vaccinali, in un discorso tenuto in diretta tv ha intimato: «Scegli, o il vaccino o ti farò arrestare». I suoi funzionari hanno poi specificato che la vaccinazione resta volontaria, ma che il presidente aveva voluto far capire ai cittadini che è arrivato il momento di prestare attenzione al governo.
A partire da domenica, le autorità filippine avevano completamente vaccinato 2,1 milioni di persone, facendo lenti progressi verso l’obiettivo del governo di raggiungere almeno 70 milioni dei 110 milioni di persone del paese.
In America Latina è la Colombia il paese maggiormente in affanno. Gli operatori sanitari raccontano di reparti di ospedale ancora pieni, mentre fuori la popolazione osserva con troppa leggerezza le misure di prevenzione. Ogni giorno vengono segnalati oltre 25mila casi, nonostante l’attività di tracciamento sia ben lontana dall’essere precisa. Negli ospedali le terapie intensive sono piene al 97% e ci si trova in piena terza ondata.
Una situazione simile si è creata anche per via dei disordini sociali e delle violente proteste per la situazione economica. Un problema che la Colombia stava già affrontando e che ha finito per acuirsi in pandemia. Solo il 20% della popolazione ha ricevuto la prima dose di vaccino e il lungo lockdown dello scorso anno ha fatto sentire le persone più tranquille anche senza essere immunizzate. Il governo del presidente Ivan Duque ha proseguito con le riaperture per aiutare l’economia già a pezzi. Lo scorso 8 giugno sono state eliminate anche le ultime misure e discoteche, ristoranti e palestre sono regolarmente aperti.
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